Argomento:

Olivi: la crisi la devono pagare i lavoratori

Dopo la scuola il progettone, l'austerità la pagano sempre i lavoratori. La filosofia della Provincia non cambia e le risorse per l'occupazione possono venire solo da risparmi ottenuti con il taglio dei diritti o da risparmi fatti sulla pelle di chi lavora o, come nel caso dei lavori socialmente utili, da quanti il lavoro lo hanno perso.

Dopo la scuola il progettone, l'austerità la pagano sempre i lavoratori. La filosofia della Provincia non cambia e le risorse per l'occupazione possono venire solo da risparmi ottenuti con il taglio dei diritti o da risparmi fatti sulla pelle di chi lavora o, come nel caso dei lavori socialmente utili, da quanti il lavoro lo hanno perso.

Rossi, con il protocollo sulla scuola, si è impegnato a stabilizzare 500 precari se i sindacati accettano di recuperare, attraverso un aumento delle ore lavorate, le risorse necessarie. Olivi non vuole essere da meno e, dopo la modifica dei requisiti per l'ingresso di dellaiana memoria (aumento dell'età anagrafica da 50 a 53 anni per gli uomini e da 47 a 49 per le donne, e altre penalizzazioni), oggi per far fronte all'aumento del numero dei disoccupati in provincia (sono oltre 2.500 i lavoratori in attesa di entrare nel progettone), l'assessore propone di ridurre ulteriormente la platea degli aventi diritto attraverso la riduzione dei contratti a tempo indeterminato (che significa maggiore precarietà), logiche di formazione al servizio delle imprese e delle aziende formative e non dei lavoratori, e calcolo icef che va a innescare un precedente pericoloso. Infatti se si accetta che il criterio icef si applichi al progettone, perché poi non applicarlo all'accesso anche agli ammortizzatori sociali?

Alle politiche per l'occupazione giovanile?

Agli altri interventi di politica del lavoro?

E magari un domani qualcuno potrebbe teorizzare che anche il salario potrebbe essere erogato in base all'icef e non in base alla professionalità, alla produttività o alla contrattazione collettiva. Quindi Olivi usa il progettone per scardinare la Costituzione là dove dice che il lavoro è un diritto del singolo, non una concessione caritatevole legata alla tua condizione famigliare.

Ma la proposta di Olivi è inaccettabile anche perché alimenta il luogo comune che chi è nel progettone non lavora ma è “parcheggiato” in attesa di pensione, dimenticando che con il loro lavoro si è favorita l'estensione di servizi importanti per l'economia trentina, come l'apertura del sistema museale, la rete ciclabile, la tutele del territorio, ecc.

Infatti il progettone e l'intervento 19, sono due strumenti per garantire l'occupazione di quei lavoratori espulsi dal mercato del lavoro in età avanzata o segnalati dai servizi sociali e quindi servono nuove risorse e non nuove alchimie istituzionali volte a nascondere il dramma della disoccupazione in età avanzata.

Caro assessore il progettone non è mai stato un strumento per parcheggiare qualche migliaio di lavoratori, ma quello di garantire loro un'occasione occupazionale dignitosa e quindi, anziché essere svilita con proposte come quelle fatte dall'assessore, deve essere valorizzata ricercando nuove risorse attraverso la cancellazione dei vitalizi, la riduzione dei costi della politica, l'utilizzo delle risorse stanziate per il TAV del Brennero come il tesoretto dell'A22, la riduzione degli sprechi come quelli delle Comunità di Valle, delle consulenze inutili, delle risorse stanziate per mantenere la speculazione immobiliare, ecc.

Per questo le proposte di Olivi devono essere respinte al mittente e invitiamo tutti i lavoratori a partecipare allo sciopero del prossimo 19 giugno contro le politiche di austerità e spending review messe in campo da governo nazionale e provinciale che non risolvono i problemi dello sviluppo e sono causa di disoccupazione, perdita di diritti e nuove forme di povertà.

USB Trentino, SBM, Slai Cobas