Progettone e l'arroganza del potere provinciale

Comunque è vergognoso che un presidente della Provincia o un assessore al lavoro non trovino il tempo per spiegare ad una delegazione di lavoratori le ragioni delle loro scelte ed evitino accuratamente ogni confronto con quanti contestano un contratto frutto anche dei tagli che questa provincia ha fatto sul progettone.

Trento -

Se qualcuno aveva qualche dubbio sull’arroganza che contraddistingue la gestione politica di questa giunta provinciale, nei giorni scorsi il Presidente Rossi e l’Assessore Olivi , la risposta alla nostra richiesta di incontro per il progettone toglie qualsiasi dubbio.
Usb ed il coordinamento lavoratori del progettone hanno inviato a metà giugno una richiesta di incontro sotto firmata da 85 lavoratori e lavoratrici del progettone per chiedere udienza al fine di poter spiegare le ragioni della protesta contro l’accordo siglato il 18 maggio scorso.
La nostra era una richiesta che aveva il solo scopo di tenere informati le Istituzioni provinciali sulla situazione di vera sofferenza dei lavoratori a seguito dell’accordo sindacale che taglia un pezzo del loro salario e di conseguenza anche della futura pensione facendo così risparmiare alla provincia ben 2 milioni di euro (parole di Olivi).
Volevano esimere i motivi della nostra contrarietà alla scelta della Giunta provinciale di bloccare a 49 milioni di euro il contributo per il progettone nonostante l’aumento dei licenziamenti in provincia e quindi anche del numero di lavoratori che maturavano il diritto ad essere ssunti nel progettone.
Volevamo sostenere che eventuali ulteriori risorse per il progettone si potevano prelevare dagl introiti derivanti dalla tassa di soggiorno in quanto oltre l’80% del lavoro del progettone ( verde, musei, ecc,) erano lavori per il settore turistico (sentieri, ciclabili, manutenzione verde, isole ristor, ecc) e quindi, a nostro modesto avviso, sarebbe logico che una parte dei tributi della tassa di soggiorno fossero utilizzati per pagare questo servizio.
Volevamo chiedere che prima di erodere il salario dei lavoratori e delle lavoratrici la provincia avrebbe dovuto presentare alle parti sociali ed ai lavoratori un bilancio del progettone dando un valore monetario al lavoro svolto da quanti lavorano negli uffici della Provincia, nei comuni, nelle collegate ecc. (attualmente molti lavoratori e lavoratrici del progettone lavorano con una paga mediamente inferiore di 500 euro mensili) valorizzando in termini monetari questa prestazione e quindi avere un bilancio costi/benefici di questo importante strumento di salvaguardia occupazionale e del territorio.
La risposta del presidente Rossi e di Olivi è stata sgarbata nel metodo e altezzosa nei suoi contenuti. Infatti la risposta si limita a spiegarci la storia (che già conoscevamo) del progettone, l’andamento della disoccupazione, l’impegno generico ( io definirei parolaio) della provincia sul progettone, omettendo naturalmente il fatto più importante che riguarda la scelta di non destinare altre risorse per far fronte alla crescente domanda di lavoro a seguito dell’aumento dei licenziamenti in provincia.
Rossi e Olivi fanno riferimento a delle assemblee dove “vengono spiegati i motivi solidaristici che stanno alla base della riforma contrattuale” rinviando l’incontro a quando il contratto sarà a regime, cioè fra tre anni.
Questa arroganza non solo non ci fermerà m la vogliamo denunciare pubblicamente.
Comunque è vergognoso che un presidente della Provincia o un assessore al lavoro non trovino il tempo per spiegare ad una delegazione di lavoratori le ragioni delle loro scelte ed evitino accuratamente ogni confronto con quanti contestano un contratto frutto anche dei tagli che questa provincia ha fatto sul progettone.
Ezio Casagranda – USB Lavoro Privato