Progettone: Le strane inversioni a "U"

Fondi che sono diventatati strumenti di spartizione di quote del potere provinciale e veicoli di privatizzazione della sanità Trentina. Questi signori nascondono una verità scomoda....

Trento -

In questi giorno Cgil Cisl e Uil stanno organizzando le assemblee dei lavoratori del progettone con all’ordine del giorno “informativa in merito alle decisioni del Tavolo Tecnico di Confronto” previsto dal contratto provinciale del 18 maggio scorso.
Le modifiche introdotte dal Tavolo Tecnico anche se appaiono come una furbesca operazioni di maquillage, seppur fino al 1 dicembre 2016, raccolgono alcune critiche oggetto della protesta dei lavoratori e delle lavoratrici.
Quindi anche se per ora non abbiamo nessun testo firmato le modifiche al contratto provinciale riguardano: il ripristino del premio presenza di euro 7,28, l’aumento dell’importo annuo del premio di risultato, chiarito che la trattenuta di 8 euro giorno non riguarda ferie e festività. Purtroppo questo tavolo si è per ora dimenticato di sbloccare lo scatto scatto di anzianità bloccato che penalizza fortunate la maggioranza dei lavoratori e delle lavoratrici e specialmente quelli vicini alla pensione.
Noi comunque attendiamo di sapere cosa partorirà il Tavolo Tecnico per il dopo 31 dicembre 2016 e nel frattempo nei prossimi giorni, in attesa di incontrare l’assessore Olivi ed essere convocati dalla 2 Commissione del Consiglio provinciale, incontriamo la Federazione delle cooperative.
Come De Laurentis su Sanifonds i tre sindacati hanno fatto una inversione a 360 gradi rispetto alle dichiarazioni iniziali sul contratto provinciale.
E quindi possiamo affermare che la lotta ha dato i primi risultati che, seppur parziali, dimostrano che l’accordo di maggio è, e rimane, un accordo che riduce il salario e la pensione dei lavoratori del progettone scaricando sui lavoratori i costi derivanti da un’ottantina di assunzioni.
Per questo i tentativi di gettare polvere negli occhi dei lavoratori per impedire che possano vedere, capire e giudicare un pessimo accordo che li penalizza non fermeranno la nostra volontà e quella dei lavoratori del progettone di proseguire la lotta per conquistare un contratto migliore che sia veramente un contratto si solidarietà verso quei lavoratori espulsi dal lavoro a causa della crisi.
Una solidarietà che deve coinvolgere tutti a partire dalle istituzioni.
Quella lotta che nonostante Sindacati, Provincia, Federazione delle cooperative abbiamo cercato in tutti i modi di cancellare ha costretto i firmatari del “progettone 2.0” a rivederne delle parti importanti. E questo dopo aver sostenuto l’esatto contrario.
In ultima si vuole denunciare la strumentalizzazione del fondo sanitario che i tre sindacati vogliono rilanciare nonostante che le ultime vicende dimostrino come attorno a questi fondi territoriali si consumi una lotta per il potere e che i problemi dei lavoratori sono marginali per non dire ininfluenti.
Fondi che sono diventatati strumenti di spartizione di quote del potere provinciale e veicoli di privatizzazione della sanità Trentina. Questi signori nascondono una verità scomoda: Che il proliferare dei fondi aumenta i costi della burocrazia spostando risorse dall’assistenza alla compilazione di moduli, richieste di rimborso ecc. cambiando alle fondamenta il nostro sistema sanitario creando nuove iniquità reintroducendo, come le vecchie mutue, differenti modalità assistenziali basate sul censo, sull’occupazione, sul ruolo sociale e professionale del paziente e non esclusivamente sulle sue necessità di cura;
I fondi per il loro funzionamento sono strumenti atti ad indurre disgregazione sociale subordinando l’accesso al servizio sanitario, che dovrebbe essere garantito come diritto universale di cittadinanza, al pagamento di un premio ad una assicurazione privata favorendo la nascita di un doppio standard delle prestazioni sanitarie.
Per dei sindacati che vogliono unificare il mondo del lavoro è una contraddizione in termini.
USB continuerà a denunciare e combattere queste forme di privatizzazione strisciante informando i lavoratori dei pericoli che si nascondono dietro questa presunta “ gratuità” del fondo e per lottare in difesa di una sanità pubblica, gratuita ed universale.