10 novembre: Sciopero e presidio a Trento
Tanti sono stati in Italia come in Trentino le persone che sono scese in piazza per contestare le politiche del governo, dell’Europa e per rivendicare più stato sociale, più servizi pubblici e meno privatizzazioni.
Lo sciopero di oggi non era cosa facile e per questo possiamo dirci soddisfatti della partecipazione allo sciopero ed al presidio che si è tenuto questa mattina davanti alla sede Inps di Trento.
Tanti sono stati in Italia come in Trentino le persone che sono scese in piazza per contestare le politiche del governo, dell’Europa e per rivendicare più stato sociale, più servizi pubblici e meno privatizzazioni.
Abbiamo contribuito, in questo “deserto informativo” a risvegliare le coscienze di molti cittadini che sono stati coinvolti durante il nostro presidio. Abbiamo denunciato le menzogne dei vari governi che ci dice che non ci sono soldi per le pensioni mentre regala miliardi alle banche, non investe in prevenzione sul territorio e per migliorare lo stato sociale (sanità scuola, trasporti, beni comuni) mentre aumenta le già elevate spese militari attraverso l’acquisito di strumenti di guerra e di distruzione in violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione.
Abbiamo spiegato le menzogne di Marchionne e delle sue politiche di sfruttamento e di oppressione esercitate verso i suoi dipendenti (vedi Pomigliano), Vergognosa appare quindi la scelta dell’Università di Trento di conferirgli la laurea in ingegneria.
Abbiamo contestato il decreto “Minniti” perché finalizzato solo a reprimere il dissenso e le lotte sociali per il lavoro, la casa e reddito.
Abbiamo denunciato lo sfruttamento che si nasconde dietro la buona scuola che con la sua famigerata “alternanza scuola lavoro” altro non è che lavoro gratuito imposto alle nuove generazioni.
Abbiamo denunciato i tentativi di manomettere il diritto di sciopero ed il monopolio sindacale delle confederazioni che non permetto il pieno dispiegamento delle libertà sindacali sui luoghi di lavoro.
Abbiamo denunciato come questa Europa delle banche e delle multinazionali, sia sempre più incompatibile con la democrazia partecipata (vedi Grecia e Catalogna).
Il presidio, fatto appositamente davanti alla sede Inps di Trento, ha avuto lo scopo di denunciare la pesante situazione di vera repressione presente all’interno dell’istituto verso quei lavoratori che osano criticare il sistema clientelar/sindacale che oggi governa l’Inps di Trento ma anche il conflitto di interessi latente del presidente Boeri ed il suo protagonismo contro ogni possibile modifica della legge Fornero travalicando il suo compito di direzione dell’Istituto per assumere quella di legislatore.
Nonostante il blackout dei mass media a tutti i livelli questo sciopero ha registrato un’alta l’adesione nel settore privato e una buona partecipazione del pubblico e questo dimostra che molti lavoratori e lavoratrici iniziano a prendere coscienza della loro situazione sia lavorativa che sociale che ogni giorno, nonostante le dichiarazioni governative, peggiorano di giorno in giorno.
Per questo lo slogan “portiamo in piazza la verità contro le menzogne del governo” si è trasformato in denuncia delle politiche governative ma anche della nostra provincia.
Infatti dalla Valdastico alla TAV del Brennero, dai tagli al settore del Progettone ai finanziamenti a pioggia alle imprese, la politica provinciale ha dimostrato di essere nel solco tracciato dalle direttive europee fatte di austerità e taglio ai servizi sociali.
USB Trentino