21 ottobre: Sciopero e presidio a Trento
Partecipato anche il presidio, caratterizzato dalla presenza di tanti studenti, davanti al Commissariato del Governo a Trento, dove i manifestanti hanno inscenato iniziative di volantinaggio che hanno fortemente rallentato il traffico cittadino.
Grande adesione all’iniziativa di oggi, proclamata da USB Trentino nell’ambito dello sciopero generale contro le politiche del governo Renzi, della Troika europea e contro la precarizzazione del lavoro e lo smantellamento dello stato sociale.
Alta partecipazione nel settore trasporti che ha visto un’adesione media del 60%, con punte fino al 90% alla SAD di Bolzano, mentre alla Dana di Rovereto lo sciopero ha nei fatti bloccato la produzione e tanti sono stati i lavoratori e lavoratrici che negli altri settori hanno aderito allo sciopero di oggi.
Partecipato anche il presidio, caratterizzato dalla presenza di tanti studenti, davanti al Commissariato del Governo a Trento, dove i manifestanti hanno inscenato iniziative di volantinaggio che hanno fortemente rallentato il traffico cittadino.
Un presidio che ha voluto parlare alla città e quindi dal megafono sono state ribadite le motivazioni dello sciopero di oggi e della manifestazione di domani a Roma nella giornata del NoRenziDay per ribadire un forte e chiaro NO alla ”schiforma costituzionale” a firma Boschi/Verdini.
E’ stata denunciata la situazione di continua precarizzazione del lavoro attraverso i voucher, gli stage, ed i tirocini che altro non sono che forma di lavoro semigratuite oltre che una moderna forma di schiavismo.
I fatti di Piacenza con l’assassinio del compagno Abd Elsalam sono il risultato di questa schiavizzazione del lavoro che nella logistica trova il suo punto più alto. Precarizzazione che con il jobs act viene progressivamente estesa anche agli altri settori produttivi, compreso il pubblico impiego.
Abbiamo denunciato come la riforma della buonascuola sia inaccettabile: sia perchè subordina l’autonomia dell’insegnamento agli interessi dell’impresa, demanda al preside il potere di decidere sull’assunzione degli insegnanti, impone ai giovani l’obbligo di effettuare dei corsi formativi gratuiti presso le aziende per poter maturare crediti formativi, e non ultimo contro questa finanziaria che regala il 50% degli investimenti previsti per l’insegnamento alle scuole private in violazione della Costituzione. Una violazione che anche la Provincia di Trento persegue stanziando oltre 12 milioni all’anno per finanziare le scuole private.
Abbiamo denunciato la privatizzazione strisciante dello stato sociale ed in particolare della sanità fatta anche attraverso lo strumento di Sanifonds, che fa fare alla sanità trentina un pericoloso passo verso la privatizzazione del bene salute e dove la Provincia ha stanziato 5 milioni di euro mentre ha aumentato i ticket sanitari.
Abbiamo denunciato come sul versante del lavoro e dello stato sociale la nostra autonomia venga regolarmente tradita in quanto le scelte del potere locale non si scostano da quelle delle altre regioni. Un esempio per tutti è quello dell’acqua pubblica nonostante il referendum del 2011 i maggiori comuni del Trentino, Trento e Rovereto compresi, hanno messo in campo forme di privatizzazioni con apposite Spa a capitale pubblico ma a gestione privata.
Infine abbiamo denunciato come la cancellazione dei diritti sociali (privatizzazioni) del lavoro (Fornero e jobs act) e riforma costituzionale (un uomo solo al comando) siano strettamente collegate fra loro e rappresentano le modalità con le quali la troika europea, la grande finanza internazionale ed il sistema bancario vogliano imporre il loro dominio sulle nostre vite e sul nostro futuro attraverso la costruzione di un regime autoritario nel quale la democrazia rimane ai margini e quindi innfluente sull’applicazione delle diktat dell’Europa.
Per questo votare NO alla ”schiforma” Boschi Verdini nel referendum del 4 dicembre è un voto salvifico della democrazia, dei diritti e dei beni comuni.
Nel pomeriggio la lotta è proseguita a Rovereto davanti la palestra Baratieri.
Un presidio contro la privatizzazione di un servizio pubblico, come le palestre, che mette in discussione il diritto allo sport, inteso come bene pubblico, e crea disoccupazione, lavoro precario e gratuito.
Noi non accettiamo che dei lavoratori perdano il lavoro perché qualche assessore vuole dare in gestione ad alcune società sportive le strutture roveretane. Noi siamo contrari alla precarizzazione del lavoro anche, e specialmente, se è frutto di una scelta dell’ente pubblico.
Invitiamo il sindaco Valduga a riflettere perché noi siamo e rimaniamo determinati nella difesa del lavoro e della sua dignità.
USB Trentino