Emigrazione e riforma Boschi/Verdini
La riforma Costituzionale viene sbandierata come condizione per la ripresa degli investimenti e la condizione per la ripresa dell’economia, mentre i fatti ci dicono che, aumenta il debito, e nonostante l’aumento vertiginoso dell’utilizzo dei vaucher la disoccupazione non cala e si privatizza sanità, scuola, formazione e beni comuni.
Renzi,  Boschi e compari stanno occupando ogni angolo degli spazi televisivi  per magnificare le riforme del governo. Dal jobs act alla riforma  costituzionale.
   Spacciano il jobs act come una riforma che crea occupazione ma stando  ai dati diffusi qualche giorno fa sembra che questi posti di lavoro  siano creati all’estero visto che l’anno scorso sono stati oltre 107.000  i giovani che sono emigrati all’estero perchè in Italia non trovano  lavoro.
   La riforma Costituzionale viene sbandierata come condizione per la  ripresa degli investimenti e la condizione per la ripresa dell’economia,  mentre i fatti ci dicono che, aumenta il debito, e nonostante l’aumento  vertiginoso dell’utilizzo dei vaucher la disoccupazione non cala e si  privatizza sanità, scuola, formazione e beni comuni.
   Un governo inqualificabile come i precedenti capace solo di togliere  diritti e welfare, distruggere l’istruzione pubblica ad ogni livello, e  Renzi come Berlusconi, Prodi, Monti e Letta ci spiegano che lo fanno per  “dare un futuro ai giovani” che sono disoccupati precari, sottopagati,  ricattati a causa dei “privilegi dei loro genitori”.
   Con la complicità di Cgil Cisl e Uil i contratti nazionali sono ormai  diventati strumenti nelle mani delle imprese per imporre un  peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita.
   La disoccupazione giovanile resta altissima (40%) anche perché si è  aumentata l’età pensionabile ed ora, in accordo con i sindacati  complici, Poletti decide che se si vuole andare in pensione il  lavoratore deve fare un mutuo – regalando ulteriori soldi alla banche ed  alle assicurazioni – mentre la riforma Fornero resta intatta.
   Con il pretesto del debito pubblico e dei dettami della Unione Europea  questo governo tenta di liquidare il diritto alla sanità ed  all’istruzione pubblica, precludendo ad intere generazioni di giovani il  diritto a costruirsi la propria vita, mentre chi lavora si è costretto a  condizioni di vita sempre più difficili, tra licenziamenti e attacco  continuo ai diritti.
   Il tentativo di Renzi di stravolgere la costituzione per mettere un  uomo solo al comando che rappresenta l’altra faccia dell’autoritarismo  imposto ai lavoratori all’interno dei luoghi di lavoro attraverso  aumento dei ritmi, controllo a distanza, ecc.
   Per queste ragioni sommergere di NO il governo significa riaprire la  partita sociale sulla condizione di milioni di lavoratori e lavoratrici,  significa porre le condizioni per dire basta al massacro sociale  imposto dalla troika e sconfiggere le politiche a senso unico  dell’Europa, del governo e dei padroni.
   Il 21 ottobre abbiamo molti motivi per scioperare e molte ragioni per  partecipare sabato 22 alla manifestazione NO Renziday a Roma per dire NO  alla Controriforma Costituzionale.
  Ezio Casagranda
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
    
			 
    
			