Glas Müller: dopo la Cgil, oggi il presidio alla Uil
Questo modo di fare sindacato non è solo deprecabile moralmente e politicamente inaccettabile ma assume i contorni di un comportamento corresponsabile di questi sindacalisti sull’intera vicenda.
Un gruppo di lavoratori della Glas Müller, dopo il presidio sotto al Cgil di Bolzano del 23 giugno scorso questa mattina hanno replicato il presidio davanti alla sede della Uil di Bolzano.
Questo presidio si collocava all’interno dell’iniziativa di sciopero contro un accordo bidone e per chiedere il reintegro del loro compagno di lavoro licenziato dall’azienda per aver scioperato contro un accordo che dava alla direzione una sorta di dominio sull’orario di lavoro e quindi costringendo i dipendenti a sacrificare le esigenze della loro famiglia sull’altare del profitto aziendale e anche, qualche lavoratore sostiene, di una certa cattiveria insita nelle scelte aziendali.
Con ragione i lavoratori hanno scelto questa forma di protesta perché ritengono giusto che questi comportamenti, inaccettabili ed ipocriti oltre che di completa subordinazione sindacale di Cgil i Uil ai diktat della Glas Müller, debbano essere conosciuti dalla cittadinanza, dai lavoratori e dagli iscritti a queste organizzazioni.
I lavoratori, organizzati in USB che è il sindacato con il maggior numero di iscritti in azienda, denunciano la PESANTE responsabilità POLITICA e MORALE di queste organizzazioni nella vicenda che ha portato al licenziamento di un lavoratore, padre di famiglia, che l’azienda ha “brutalmente” licenziato contando sulla complicità dei funzionari sindacali di categoria di Cgil e Uil.
Questi signori prima hanno organizzato con i lavoratori lo sciopero, poi seduti al tavolo di Confindustria, lo hanno disconosciuto sottoscrivendo un verbale dove si dichiaravano estranei agli scioperi in corso bollandoli come iniziativa individuale dei lavoratori.
Un comportamento opportunista per farsi belli davanti all’azienda fatto pagare pesantemente dai quattro lavoratori che si erano fidati di loro. Uno è stato licenziato e gli altri tre sono stati raggiunti dal provvedimento disciplinare di sospensione (anticamera del licenziamento)
Se il licenziamento è sempre un atto violento della Direzione aziendale in questo caso l’azienda ha utilizzato, come scusante, il voltafaccia da parte di Cgil e Uil che al tavolo contrattuale hanno rinnegato l’iniziativa di sciopero da loro stessi organizzata e concordata con i lavoratori.
Questo modo di fare sindacato non è solo deprecabile moralmente e politicamente inaccettabile ma assume i contorni di un comportamento corresponsabile di questi sindacalisti sull’intera vicenda.
Non contenti del loro comportamento servile verso la direzione della Glas Müller il 13 giugno hanno firmato un accordo in semi clandestinità e dopo per carpire il voto favorevole dei lavoratori in assemblea hanno utilizzato – proprio come la direzione aziendale – la minaccia: “…altrimenti l’azienda chiude”.
Infatti questi signori non solo non hanno coinvolto i lavoratori durante la trattativa ma si sono ben guardati anche dal nominare le RSA o, come dice qualcuno, non hanno trovato nessun lavoratore disposto a rappresentare il loro sindacato in azienda. Alla faccia della democrazia, della rappresentanza e del “libero voto” dei lavoratori.
Infine si vuole richiamare l’attenzione su quanto detto dal sindacalista Alfred della Uil, il quale ai microfono di Rttr in risposta alle proteste dei lavoratori ha dichiarato “abbiamo evitato 50 licenziamenti” ammettendo quindi che l’argomento usato carpire il voto dei lavoratori è stato il ricatto occupazionale O si firma questo accordo o l’azienda chiude… più chiaro di così.
Infine prima di terminare il presidio si è ribadita la volontà di continuare la lotta fino al reintegro di Davide e il pieno riconoscimento dei diriti sindacali ancora negati in Glas Müller.
Leggi il volantino distribuito alla cittadinanza
USB Trentino Alto Adige