Glas Müller: No ai licenziamenti, NO alla repressione
Verso mezzogiorno abbiamo assistito ad una situazione che, personalmente, ritenevo appartenesse agli anni bui della nostra storia.
Oggi nuovo presidio davanti alla Glas Müller di Bolzano per manifestare la nostra solidarietà verso i due lavoratori ingiustamente licenziati dalla proprietaria, la signora Christine Müller. Due licenziamenti che sono il risultato della crescente repressione interna fatta di ricatti (chiudo la fabbrica) e paternalismo peloso messo in campo da una Direzione incapace di dialogare con i lavoratori a causa della sua imposizione autoritaria delle relazioni sindacali che non lascia ai lavoratori nessuna libertà di espressione e/o di confronto. Una situazione resa possibile dall’atteggiamento supino, per non dire accondiscendente, messo in atto dalla Cgil e dalle Uil di categoria i quali si sono assunti il ruolo di guardiani del potere padronale. Il presidio iniziato verso le 10 attraverso un massiccio volantinaggio informativo che ha raccolto grande solidarietà da parte di passanti e cittadini è poi proseguito davanti ai cancelli aziendali dove si è svolto un intervento al megafono dei sindacalisti per spiegare ai lavoratori rimasti in azienda le giuste ragioni di questa lotta contro i licenziamenti. Abbiamo invitato i lavoratori a riflettere sul fatto che la direzione usa l’erogazione di qualche superminimo come strumento di acquisizione del loro consenso e quindi umiliando sia la loro professionalità che la loro dignità. Abbiamo chiesto una loro riflessione sul fatto che, mentre nelle altre aziende l’aumento dei salari è il risultato della contrattazione e della lotta dei lavoratori, in Glas Müller viene erogato in cambio della loro rinuncia a far valere gli stessi diritti costituzionali come il diritto di sciopero. Verso mezzogiorno abbiamo assistito ad una situazione che, personalmente, ritenevo appartenesse agli anni bui della nostra storia. Improvvisamente ai cancelli della fabbrica si sono presentati dei poliziotti in tenuta antisommossa i quali hanno creato un cordone per impedire, a noi, di consegnare un volantino ai lavoratori che uscivano per la pausa pranzo. Ecco, se qualcuno pensava che le nostre denunce sul clima repressivo esistente in azienda fossero prive di fondamento l’intervento della polizia in assetto antisommossa è la conferma che in via E. Müller la repressione è esercitata sia dentro che fuori le mura aziendali. Infatti quello messo in atto dalle forze di polizia nei nostri confronti, mentre stavano pacificamente manifestando le nostre idee e cercando un dialogo con i lavoratori, è un sopruso inaccettabile che fa pandan con il clima aziendale. Come USB intendiamo denunciare pubblicamente questo tentativo, messo in campo dai dirigenti provinciali della Digos, di criminalizzare quanti lottano e protestano contro chi licenzia, calpesta diritti e dignità dei lavoratori. Come detto più volte questa lotta non la fermerà ne il comportamento repressivo del nuovo PADRONE DELLE FERRIERE ne la presenza di agenti in tenuta antisommossa perché la nostra è una lotta per la dignità e la dignità non ha prezzo.
P USB Lavoro Privato
Ezio Casagranda