La lotta delle lavoratrici Manutencoop non si ferma
Una scelta di una direzione nazionale politicamente vendicativa e abituata al comando più che al confronto sindacale e questo anche grazie ad un sindacato complice e poco incline alla difesa degli interesse dei lavoratori e delle lavoratrici.
Oggi alle ore 15,00 presso il tribunale di Bologna si è svolta la prima udienza che vede in causa la Manutenccop contro 4 lavoratrici che lavorano all’ospedale di Rovereto.
Motivo dello scontro è la scelta di Manutencoop di ricorrere al tribunale di Bologna per un provvedimento disciplinare di 3 ore di multa che le 4 lavoratrici interessate non hanno voluto accettare in quanto la contestazione è priva di fondamento e discriminante nei loro confronti.
Il tutto inizia con l’iscrizione di queste lavoratrici a USB lavoro privato e da quel momento il trattamento aziendale riservato a quelle lavoratrici è cambiato radicalmente fino ad arrivare ad una contestazione senza fondamento ed esclusivamente penalizzante.
Infatti ricordiamo che dal momento di iscrizione ad USB a queste lavoratori è stato tolta la possibilità di effettuare lavoro supplementare al fine di poter arrotondare il loro misero stipendio.
Una scelta che magari non viola il contratto nazionale ma sicuramente viola la norma di legge che vieta discriminazioni di carattere politico, sindacale e religioso.
Proprio perché questi provvedimenti disciplinari appaiono fortemente viziati da una discriminazione sindacale non abbiamo accettato una mediazione che voleva cancellare questo fatto grave e costringere le lavoratrici ad ammettere uno sbaglio che non c’è stato
Nonostante queste premesse come USB abbiamo chiesto la convocazione del Collegio di conciliazione ed arbitrato ma la risposta di Manutencoop è stato il ricorso al tribunale di Bologna al solo scopo di ribadire il suo dominio sulle lavoratrici, incutere paura e “sanzionare” a prescindere con i costi della trasferta a Bologna la scelta di queste lavoratrici che non hanno voluto piegare la testa davanti all’arroganza di una direzione che ci ricorda più che lo spirito cooperativo l’arroganza del vecchio padrone delle ferriere.
Ricorrere al tribunale di Bologna è certamente nel diritto di Manutencoop ma nessuno può negare che, visto che poteva anche rivolgersi al tribunale di Rovereto, la scelta di Bologna è dettata solo da prepotenza, arroganza finalizzato a penalizzare le lavoratrici le quali per il solo fatto di aver legittimamente contestato una sanzione di 3 ore di multa devono sobbarcarsi una trasferta Bologna.
Una scelta di una direzione nazionale politicamente vendicativa e abituata al comando più che al confronto sindacale e questo anche grazie ad un sindacato complice e poco incline alla difesa degli interesse dei lavoratori e delle lavoratrici.
Una scelta dovuta al rancore presente in qualche responsabile locale che non è riuscito a digerire la scelta di queste lavoratrici che si sono iscritte ad USB perché non si sentivano tutelate dalla Cgil e dalla Cisl.
Per questo ribadisco che l’atteggiamento della Manutencoop non è solo sindacalmente discriminatorio ma anche finalizzato ad incutere timore e paura al solo scopo di mantenere il suo dominio in azienda.
Che dire poi del fatto che Manutencoop per la stessa sanzione ha chiesto tre procedimenti diversi al tribunale di Bologna se non che siamo davanti un’ulteriore dimostrazione di accanimento e della sua arroganza.
Oggi le lavoratrici a Bologna hanno dimostrato che la dignità vale più del denaro e che non sono disposte a barattarla con qualche piccolo sconto fatto passare magari come scelta magnanima di un’azienda che in modo – che io continuo a definire subdolo – le ha colpite nella loro onore di lavoratrici.
Una battaglia, questa, che riguarda l’onore e della dignità di tutti/e quanti lavorano all’interno dell’ospedale di Rovereto e per questo la loro deve diventare la battaglia di tutti quelli che hanno a cuore il rispetto di tutti/e lavoratori e lavoratrici.
La dignità non ha prezzo e per questo non è in vendita.
p USB Trentino – Ezio Casagranda