Malgara: i silenzi di Olivi, i conti in svizzera, tasse non pagate ed i lavoratori in cigs
E mentre la proprietà pensava a salvare in suo patrimonio personale e di famiglia e lasciava la fabbrica in balia di se stessa con le conseguenze che tutti sappiamo.
Perdita di clienti, mobilità volontaria e cassa integrazione.
E' di oggi la notizia di stampa che la Malgara Chiari & Forti di Avio è stata ipotecata da Equitalia per quasi 6 milioni di euro mentre il titolare Giulio Malgara portava i soldi presso la filiale di Ginevra del colosso bancario britannico HSBC.
E mentre la proprietà pensava a salvare in suo patrimonio personale e di famiglia e lasciava la fabbrica in balia di se stessa con le conseguenze che tutti sappiamo.
Perdita di clienti, mobilità volontaria e cassa integrazione.
Una situazione che non è arrivata come un fulmine a ciel sereno ma era nell'aria da mesi visto che l'azienda pagava le retribuzioni con mesi di ritardo, non presentava un piano industriale di rilancio, non si poteva prendere visione dei bilanci e spesso non arrivavano i prodotti da lavorare, mentre il titolare continuava a ripetere che il tutto si sarebbe risolto in poco tempo con l'entrata di un “socio” arabo, che poi si trattava di un fondo di investimento con sede a Dubai.
Purtroppo i sindacati complici non hanno mai avuto il coraggio di affrontare la questione per quello che era: una situazione di crisi. Tanto che il maggior cliente di Malgara, la Lidl, (40% del fatturato) abbandonava il campo. Anche loro si sono lasciati incantare dalla sirene del Giulio che nel frattempo portava in Svizzera i suoi guadagni lasciando che Malgara affondasse nei debiti e non pagasse i lavoratori.
Come USB, ancora nell'estate scorsa nell'incontro con l'Assessorato del 19 agosto 2014 avevamo chiesto, inutilmente, che l'assessore Olivi si facesse carico dei problemi riguardanti le retribuzioni dei lavoratori ma anche di chiedere all'azienda un piano industriale in modo da avere chiare le intenzioni della proprietà.
Da parte dell'assessore abbiamo avuto solo spallucce o dichiarazioni d'impotenza, salvo poi, con una dichiarazione ai giornali - a questo punto veramente intempestiva - cercare di accreditarsi il merito dell'entrata del nuovo socio in Malgara.
Nessuna volontà di ricercare anche strade nuove per far fronte alle problematiche dei lavoratori come quella da noi proposta della “cessione di credito” tranciando sul nascere anche la disponibilità espressa dallo stesso comune di Avio.
L'evolversi della tragicomica vicenda della Malgara dimostra l'atteggiamento pilatesco dell'assessorato al lavoro (troppo impegnato nei giochi di potere interni al PD ???) Olivi il quale si è ben guardato dal disturbare il manovratore Giulio Malgara con richieste come quella di un piano industriale
Ma anche l'inconsistenza dei sindacati confederali, che sono stati complici di questa operazione di spogliazione dei beni aziendali, accettando senza riserve ogni decisione guardandosi bene dal dare voce alle grida che provenivano dai lavoratori.
Infatti come si spiega altrimenti il fatto che in pochi gironi, senza un piano di rilancio, senza nessuna certezza sull'entrata del nuovo socio e senza nessuna garanzia hanno, prima firmato la mobilità volontaria (spintanea??) con relativa dilazione del tfr e retribuzioni arretrate e poi la cassa integrazione speciale rifiutando la richiesta nostra, ma anche di molti lavoratori, di fare un contratto di solidarietà.
Per questo appaiono stonate le dichiarazioni dei sindacati confederali sulla situazione Malgara in quanto non solo sono correi con questa direzione aziendale tanto da accettare il mancato rispetto dell'accordo sulla rotazione da parte aziendale.
Gridare alla vergogna per un simile comportamento è il minimo e per questo più che rilasciare dichiarazioni alla stampa Cgil Cisl e Uil farebbero bene a far rispettare gli accordi che hanno sottoscritto.
Come USB siamo intenzionati a denunciare pubblicamente le responsabilità dell'azienda ma anche di Olivi e di Cgil. Cisl e Uil che davanti alle denunce dei lavoratori si sono girati dall'altra parte per non vedere o hanno accusato questi lavoratori di disfattismo.
Noi non accettiamo che una realtà produttiva come Malgara possa andare alla deriva e quindi siamo intenzionati a chiamare in causa la provincia nella sua massima espressione per verificare le iniziative da mettere in campo per scongiurare che a pagare il conto della latitanza della proprietà ma anche delle istituzioni provinciali sia pagata dai lavoratori con la perdita del lavoro e del salario.
USB lavoro Privato – RSU USB Malgara