NO TAV Trento, oltre mille persone in piazza
Noi non vogliamo essere ostaggio della voracità delle lobby economiche, non intendiamo rimanere in silenzio mentre i poteri forti, con il sostegno del duo Rossi&Kompatcher vogliono fare del nostro territorio un cantiere a cielo aperto, sperperando ingenti risorse pubbliche che potrebbero essere destinate a finanziare istruzione, ricerca, cultura e reddito di cittadinanza.
Oggi Trento è stata attraversata da un lungo corteo pacifico, colorato ma nello stesso tempo determinato a continuare la sua battaglia contro il TAV. E’ stata una splendida giornata di lotta e di resistenza alle logiche del profitto e di rapina del territorio, ma anche contro la politica delle grandi opere come la Valdastico, le dighe sull’Adige e il NOT.
La trasversalità di età, ragioni e provenienza nei partecipanti sono state la sua ricchezza e la sua forza nella sua determinazione di fare “muro umano” per impedire il più grande disastro ambientale in Trentino, che ricadrà sulla vita sociale e economica dei suoi abitanti.
Dopo le iniziative dei giorni scorsi per fermare la trivella alle Novaline di Mattarello, la fiaccolata di sabato 31 ottobre scorso i presidi e le serate informativa i cittadini di Trento sono scesi in piazza per rendere visibile il loro dissenso verso questa politica di rapina e di spreco che è alla base del “progetto TAV”.
Molti cartelli ricordavano che il Tav vuol dire 190 Km di galleria scavate nelle nostre montagne, danni certi a decine di sorgenti, cantieri enormi, disseminati tutta la valle per oltre 30 anni con le conseguenti polveri, traffico ed inquinamento.
Quasi 60 miliardi sono i miliardi che saranno spesi per quest’opera gigantesca, devastante e inutile sono sottratti a welfare, ai servizi sociali, all’assistenza ed in particolare erano “rubati” al futuro dei giovani.
60 miliardi che i poteri economico-finanziari intendono spartirsi ipotecando il futuro dei nostri figli, privatizzando lo stato sociale e quindi sottrarre queste risorse alla sanità, alla scuola, ai servizi sociali, e alle politiche di salvaguardia del territorio.
Oggi la manifestazione si è svolta senza interventi repressivi da parte della polizia schierata in assetto antisommossa ma questo dato on può farci dimenticare la scelta di fondo da parte della politica e delle istituzioni nazionali e provinciali di usare repressione come unica risposta alle proteste dei cittadini.
Quanto successo alla Novaline di Mattarello confermano che anche la provincia di Trento, come in Valsusa, in risposta ai movimenti No TAV mette in campo la militarizzazione del territorio, assurdi divieti e l’uso della celere per reprimere le proteste.
Una politica repressiva nei confronti di ogni forma di dissenso, di protesta e di quei lavoratori che lottano contro la precarietà, per i contratti e per i diritti sul lavoro, contro le politiche del governo Renzi e le politiche di austerità europea
Oggi la città di Trento a data la sua risposta. L’uso della repressione non fermerà ne la protesta dei lavoratori ne questo movimento di lotta contro Tav e le grandi opere in difesa del nostro territorio, dei beni comuni e dei diritti sociali.
Devastazione ambientale, tagli ai servizi sociali, sfruttamento del lavoro, precarietà e povertà per molti, alti profitti per i pochi è quello che ci aspetta per i prossimi 30 anni se il TAV non viene fermato e con esso anche lo strapotere del governo.
Noi non vogliamo essere ostaggio della voracità delle lobby economiche, non intendiamo rimanere in silenzio mentre i poteri forti, con il sostegno del duo Rossi&Kompatcher vogliono fare del nostro territorio un cantiere a cielo aperto, sperperando ingenti risorse pubbliche che potrebbero essere destinate a finanziare istruzione, ricerca, cultura e reddito di cittadinanza.
La lotta continuerà domani con un presidio alle ore 16,00 che si terrà sul terreno NOTAV di Acquaviva di Mattarello.
Siamo tutti e tutte NO TAV!
p. USB Trentino