Non serve un sindacato arrendevole

Al “rinnovamento” contrattuale proposto da Federmeccanica dobbiamo rispondere con il rafforzamento del sindacato di classe e conflittuale per la riconquista del contratto nazionale come strumento di difesa e di acquisizione di diritti, salario, dignità e soprattutto identità di classe.

Trento -

Chi si illudeva che facendosi carico delle compatibilità avrebbe permesso una maggiore tutela dei lavoratori è servito.
I padroni di Federmeccanica in 7 pagine hanno messo nero su bianco quali dovranno essere i principi fondanti del nuovo modello contrattuale.
Salario solo come variabile dipendente dagli andamenti aziendali e contrattato a livello di azienda spezzando così la solidarietà e l’universalità del salario.
Non solo ma il loro obiettivo di fondo è arrivare ad avere non solo il salario, ma il lavoratore stesso, nella sua interezza, quale variabile subordinata all’azienda cancellandone qualsiasi identità “culturale” e di soggetto pensante e quindi destinato a divenire null’altro che una delle tante voci a bilancio.
Infatti, nella proposta di Federmeccanica vengono cancellati gli aumenti per tutti i lavoratori da rimpiazzare con un “salario minimo di garanzia” in sostituzione degli attuali “minimi contrattuali”.
Per il futuro, secondo i padroni, l’aumento sarà percepito solo da chi ha una retribuzione (sommando minimi contrattuali, superminimi individuali e collettivi, scatti di anzianità, premi di produzione ecc) inferiore a questa soglia.
In sostanza attraverso questo meccanismo si vuol sancire che gli aumenti saranno solo di carattere aziendale e solo se l’azienda potrà o meglio vorrà darli.
Il salario passerà da diritto a concessione.
Infatti la chicca finale di questo impianto è che d’ora in avanti l’unico aumento salariale normato a livello nazionale sarà, forse, di 260 euro annui sotto forma di Premio di Risultato o se preferiscono pagarlo ai lavoratori sotto forma di corsi di formazione o welfare aziendale. In compenso dal 2017 anche i 485 euro di elemento perequativo dati fino ad oggi a chi non ha contrattazione aziendale verranno compresi nei minimi di garanzia e quindi assorbiti.
Inoltre spariranno gli scatti di anzianità in quanto ogni parte della retribuzione deve essere demandata al livello aziendale.
Gli unici soldi (virtuali) che Federmeccanica è disposta a dare a livello nazionale sono quelli per la sanità e la previdenza integrativa e la “Formazione professionale”.
Ovvero per quegli istituti che permettono agli imprenditori sia di fare ulteriori profitti che evadere legalmente il fisco mentre per il lavoratore, come se fosse al supermercato, avrà solo il diritto a sconti ed agevolazioni sulle spese sanitarie che da pubbliche stanno diventando sempre più private e a pagamento.
Coerentemente con questo impianto Federmeccanica vuole cancellare le cosiddette “150 ore”, una delle conquiste più importanti e simboliche degli anni 70 attraverso cui si sancì il diritto del lavoratore ad avere una propria cultura ed istruzione.
Con la stessa logica di subordinazione all’impresa, si vuole legare il diritto all’uso delle ore di permesso per la legge 104 alle esigenze tecnico organizzative aziendali.
Si stabilisce che dei 13 permessi personali che maturano annualmente, almeno 4 dovranno maturare solo in base all’effettiva presenza in azienda (ergo se ti ammali non puoi avere diritti). Altri 5 invece potranno essere semplicemente monetizzati anzichè concessi, qualora questo fosse di utilità all’impresa.
In questo quadro voler presentare una propria controproposta – come vuole fare la Fiom – dà un segnale di disponibilità ad accettare comunque il loro campo di gioco per trovare un accordo. Un accordo che, ricordiamo, non riguarda solo il gli aumenti salariali ma di un impianto ideologico e sindacale di come i padroni intendono la contrattazione.
Al “rinnovamento” contrattuale proposto da Federmeccanica dobbiamo rispondere con il rafforzamento del sindacato di classe e conflittuale per la riconquista del contratto nazionale come strumento di difesa e di acquisizione di diritti, salario, dignità e soprattutto identità di classe.
USB Lavoro Privato