Olivi, progettone e salari in Trentino
Sarebbe facile rispondere ad Olivi che, dato il precedente del contratto dei lavoratori del Progettone del maggio 2016, dove è stato ridotto il salario dei lavoratori in nome di una solidarietà occupazionale che non si ancora vista, la sua appare più che una proposta organica una boutade elettoralistica in vista dell’appuntamento di ottobre.
Sul giornale L’Adige di oggi appare l’intervista ad Olivi sotto il titolo: “aiuti a chi alza gli stipendi”. L’articolo riporta la proposta dell’Assessore di sostegno alle aziende che aumentano gli stipendi. Una proposta che discende da una ricerca dei Consulenti del lavoro dove emerge un dato, da noi più volte denunciato, che in trentino salari e stipendi sono bassi.
Olivi sostiene che “in presenza di segnali di ripresa dell’economia, occorre investire sulla produttività e sull’efficienza dentro le imprese.”
Sarebbe facile rispondere ad Olivi che, dato il precedente del contratto dei lavoratori del Progettone del maggio 2016, dove è stato ridotto il salario dei lavoratori in nome di una solidarietà occupazionale che non si ancora vista, la sua appare più che una proposta organica una boutade elettoralistica in vista dell’appuntamento di ottobre.
Da due anni abbiamo presentato le richieste per un contratto di secondo livello per i lavoratori del progettatone per riconoscere professionalità, produttività ed efficienza oltre che recuperare salario.
Da parte di Olivi solo un muro di gomma.
Oggi leggendo la sua intervista riproponiamo la richiesta che Olivi si faccia promotore (dato che il finanziamento del Progettone è provinciale e quindi la PAT ha voce in capitolo) di aprire un tavolo con tutti i soggetti rappresentativi dei lavoratori per avviare la discussione su un contratto di secondo livello da applicare a questi lavoratori.
Attendiamo fiduciosi che l’Assessore sia coerente con le sue dichiarazioni e nel frattempo, senza polemica, ma per correttezza, vorrei ricordare che la produttività aumenta in due modi: o attraverso investimenti sul processo e sul prodotto o attraverso l’aumento dello sfruttamento del lavoratore.
Quindi per gli investimenti si spera che le aziende non attendano qualche incentivo della provincia per effettuare gli investimenti indispensabili per stare sul mercato, anche se in termini di ricerca le aziende italiane non brillano di certo, mentre sul versante dell’intensificazione dello sfruttamento Olivi, ed imprese, devono sapere che per parte nostra la strada è sbarrata.
Non accettiamo aumenti dell’intensità o della durata degli orari di lavoro in quanto perché essa oltre a minare il fisico del lavoratore sul versante della salute, mette a rischio la sicurezza sua e dei suoi compagni di lavoro. La salute e la sicurezza sul lavoro non possono essere barattate per qualche euro di mancia.
Il problema della riduzione dei salari ha altre motivazioni che risiedono nelle politiche di austerità, nello smantellamento dei diritti sul lavoro, nel ricorso al subappalto, al caporalato ed alle cooperative spurie, oltre che nei tagli allo Stato sociale dalla scuola ai trasporti, nell’aumento delle tariffe dei servizi, nell’assenza di case popolari a canone ridotto causate dalla logica di austerità impostaci dall’Europa. Si tagliano risorse destinate allo Stato sociale mentre si continuano a foraggiare banche, guerre, corruzione e speculazioni di ogni genere.
USB sta conducendo da tempo una dura campagna di lotta e di denuncia contro la cancellazione dei diritti sul lavoro contro le esternalizzazioni, il caporalato vecchio e nuovo, contro l’appalto di mano d’opera per costringere le aziende, sia locali che multinazionali a reinternalizzare servizi e maestranze. Solo così potrà tornare la trasparenza, solo così saranno garantiti i lavoratori e i loro diritti sia salariali che normativi.
Ezio Casagranda
USB Trentino