Progettone: lavoratori e lavoratrici si riprendono la dignità
Questa è la prima vittoria di questi lavoratori che molti, dalla triplice alla PAT passando per il CLA, vorrebbero succubi e silenti ma che oggi hanno avuto il coraggio e la determinazione di alzare la testa per rivendicare un cambiamento di un contratto fatto sulle loro spalle e senza il loro consenso.
Progettone: i/le lavoratori/trici si riprendono la dignita’. Riaprire la trattativa per cambiare l’accordo del 18 maggio..
Si, quello che è successo in questi ultimi giorni dimostra che I lavoratori e le lavoratrici del progettone stanno prendendo coscienza della loro forza e rivendicano un radicale cambiamento del contratto firmato il 18 maggio scorso.
Ieri centinaia di lavoratori e lavoratrici hanno mandato a dire – in modo chiaro ed inequivocabile – che loro non sono dei “poveri assistiti e/o fancazzisti” come gli ha definiti un sindacalista ma dei lavoratori normali che producono ricchezza per il territorio e per il turismo Trentino.
Questa è il primo risultato conquistato dalla lotta. Lavoratori e lavoratrici si sono ripresi la loro dignità rivendicando pari dignità ad altri lavoratori del pubblico impiego o del privato.
Questa è la prima vittoria di questi lavoratori che molti, dalla triplice alla PAT passando per il CLA, vorrebbero succubi e silenti ma che oggi hanno avuto il coraggio e la determinazione di alzare la testa per rivendicare un cambiamento di un contratto fatto sulle loro spalle e senza il loro consenso.
Questi lavoratori assieme ad USB Lavoro Privato, alquanto ignorati dalla stampa, si sono organizzati e contando sul passa parola hanno denunciato pubblicamente i CONTENUTI NEGATIVI DI QUESTO ACCORDO che eliminando la 14^, la I^ fascia indennità trasporto, l’indennità presenza, sospeso (sic!!) lo scatto di anzianità, in cambio di un premio di risultato e del buono pasto, ha abbassato il salario e la futura pensione dei lavoratori e delle lavoratrici, con un risparmio della provincia 2 milioni di euro.
Dopo quanto successo venerdì scorso a Trento dove ai lavoratori dissidenti è stato impedito di parlare, dove al confronto si è sostituito l’insulto, dove i voti sono stato conteggiati in modo approssimativo, ieri a Rovereto la protesta ha avuto un grande successo ed i lavoratori sono rimasti riuniti in assemblea fuori dalla sala, smascherando definitivamente la pratica antidemocratica delle confederazioni sindacali che inutilmente hanno cercato di vendere per buono un accordo avariato.
Una scelta, quella della triplice, che nasconde una volontà di divisione ma anche una forma di paura di un confronto con tutti i lavoratori e con quanti sono contrari a quest’accordo che non solo taglia il salari dei lavoratori ma scarica sull’intero comparto i costi che avrebbe dovuto sobbarcarsi la Provincia.
Per nascondere questa elementare verità, il segretario della Cgil, in modo provocatorio ha accusato lavoratori e lavoratrici di aver rifiutato il confronto, dimenticando che loro stessi hanno sempre impedito, in tutte le assemblee, sia di zona che di cantiere, un confronto vero impedendoci (USB e Coordinamento) di poter partecipare all’assemblea per esporre le ragioni del No al contratto.
Quello di ieri, accanto alla protesta emersa nelle altre assemblee di zona, da Riva a Tione, dimostra che il sindacato non aveva, e per noi non ha ancora, il consenso dei lavoratori per firmare l’accordo. Altro che 93 % di favorevoli come hanno sbandierato alla stampa in occasione della presentazione alla stampa del 18 magio scorso. Siamo davanti ad una realtà che dimostra un forte dissenso – che in molte realtà si è espresso anche fisicamente restando all’esterno dell’assemblea – e una scarsa partecipazione alle assemblee organizzate in fretta e furia dalla triplice con l’intento di smorzare sul nascere ogni forma di protesta.
Questa situazione – come richiesto da centinaia di lavoratori e lavoratrici nelle assemblee alternative – che data la complessità dell’accordo e la sua valenza strutturale, come sottolineato dallo stesso assessore Olivi, richiede la riapertura della trattative su nuove basi unitamente alla scelta di sottoporre l’intesa a referendum.
Per questo come USB Lavoro Privato e Coordinamento Lavoratori del Progettone stiamo attendendo da oltre 10 giorni una risposta positiva alla nostra richiesta di incontro, sottoscritta da oltre cento lavoratori, da parte del presidente Rossi e dell’assessore Olivi per discutere la necessità di riapertura della trattativa su nuove basi e con tutte le sigle sindacali, per dare risposte ai problemi dell’occupazione e del salario degli oltre 1600 lavoratori del progettone e di quanti, licenziati dalle imprese attendono di poter lavorare.
Non accettiamo che salario e diritti siano contrapposti all’occupazione e quindi da parte nostra quello che è successo in questi giorni è solo l’inizio di una lunga lotta che devo portare nuove risorse per il progettone e equità fra lavoratori.
Infatti chiediamo alla Provincia di valorizzare il lavoro del progettone e quindi stilare un bilancio fra costi / benefici depurati dai contributi europei in modo da avere un quadro preciso e reale dei cosiddetti costi che la provincia sta sostenendo per il progettone.
La volontà di lotta e la determinazione emersa in questi giorni non può essere ignorata per molto e quindi chiediamo alle nostre controparti di evitare prove di forza e aprire un tavolo di trattativa.
USB lavoro Privato
Ezio Casagranda