Sait: Fideiussioni e cassa integrazione
....Ma per fare questo serve che le tre confederazioni abbandonino la politica della “riduzione del danno” che ha accompagnato questi mesi di discussione e da parte dell’assessore Olivi la chiara volontà di far valere l’impegno a non licenziare “imponendo” il CONTRATTO DI SOLIDARIETA’
Non devono essere i lavoratori a pagare il conto delle scelte sbagliate
Sul Sait servono chiarimenti
Dopo la notizia dei 70 milioni di debito siamo in presenza (vedi TRENTINO) di una fideiussione a favore di Interbrennero che potrebbe costare al Sait al 3,5 milioni di Euro
Quest’ultima notizia è rimbalzata sulla stampa a seguito di una interrogazione del consigliere Degasperi del M5S di Trento fatta nel novembre scorso e che è dato a sapere risulta pienamente esigibile da parte di Interbrennero.
De 70 milioni abbiamo già scritto nel nostro comunicato del 25 febbraio ma alla luce di queste notizie, ci viene spontaneo chiederci e di chiedere alla Provincia i motivi – se ci sono – per cui non faccia rispettare a Sait il vincolo occupazionale attraverso il ricorso al contratto di solidarietà.
E non ci vengano raccontare che la questione è intricata e riguarda gli uffici legali e/o le valutazioni del CdiA d Interbrennero. La questione è politica, non solo amministrava, in quanto in gioco c’è il destino di 130 famiglie che non possono essere sacrificate a causa delle “leggerezza” della politica provinciale e sindacale sull’altare del profitto.
Sait si è trovato a dover svalutare pesantemente i valori immobiliari (si parla di 10 milioni) messi a bilancio a causa di operazioni immobiliari di dubbia efficacia ed il fatto che ai responsabili della Provincia e delle Confederazioni tutto sembri normale mi suona strano e per questo appare indispensabile che da chi di dovere sia fatta la massima chiarezza in tempi brevi.
Oggi la Direzione ha consegnato ai delegati aziendali copia della lettera con la quale la Direzione Sait apre la procedura per il ricorso alla cassa integrazione a zero ore per tutti i 395 lavoratori “appartenenti alla categoria di impiegato e operaio”. Per questo riteniamo che una qualsiasi “discussione” (perché in questo caso non si può parlare di Trattative) non possa avviarsi senza aver chiarito questi aspetti di fondo che si chiamano debito e fideiussione.
Quindi alla luce di queste notizie la scelta della cassa integrazione, preludio dei 130 licenziamenti, appare socialmente intollerabile, iniqua e da respingere al mittente.
Ma per fare questo serve che le tre confederazioni abbandonino la politica della “riduzione del danno” che ha accompagnato questi mesi di discussione e da parte dell’assessore Olivi la chiara volontà di far valere l’impegno a non licenziare “imponendo” il CONTRATTO DI SOLIDARIETA’
Purtroppo dalle notizie che trapelano sembra che, sia da parte sindacale che da parte della PAT, prevalgano le politiche di mitigazione come i famosi piani sociali e di reinserimento lavorativo che nei casi di Whirlpool e Martinelli hanno lasciato sul lastrico troppi lavoratori.
Come USB Lavoro Privato nel denunciare queste politiche involutive intendiamo mettere in campo ogni iniziativa – informativa, organizzativa e di lotta – per dare una speranza a quanti non accettano che il lavoro sia ridotto a merce ed i lavoratori costretti alla disoccupazione per permettere alle aziende ed alle cooperative di continuare ad aumentare i loro profitti.
USB del Trentino