Sanifods: fondo sanitario o strumento di potere?
Prendo atto che, se De Laurentis ha cambiato idea su un due accordi (artigiani metalmeccanici e sanifonds) e questo è un atto grave, le tre confederazioni hanno cambiato il loro ruolo o, per dirla in inglese, la loro mission di difesa dei lavoratori e questo è ancora più grave del voltafaccia del presidente degli artigiani.
Se anche De Laurentis non vuole far entrare il fondo Sia 3 degli artigiani Trentini in Sanifonds, nonostante ne sia il presidente, significa una sola cosa.
Che anche sanifonds come altri fondi integrativi, oltre ad essere strumento della finanza speculativa internazionale, conferma come attorno a questi fondi territoriali si consumi una lotta per il potere senza esclusioni di colpi (minacce di ricorso al giudice, voltagabbana, ecc) mentre i problemi dei lavoratori rimangono marginali per non dire ininfluenti.
Quindi abbiamo la dimostrazione che anche Sanifonds è diventato, come altri fondi analoghi, strumento di spartizione di quote del potere provinciale e veicolo di privatizzazione della sanità Trentina.
Infatti De Laurentis vuole un fondo unico territoriale non perché è interessato al “bene salute” dei lavoratori ma per il semplice fatto che questo gli permette di aumentare il suo potere contrattuale nei confronti dell’Azienda sanitaria (costo delle prestazioni) e della Provincia in relazione alle direttive legislative riguardanti gli investimenti nel /del sistema sanitario.
Mentre Artigiani a sindacati confederali se le “cantano di santa ragione” in nome del potere, Provincia e Comune sono ritornati alla carica nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici per convincerli ad aderire al fondo snocciolando dati e prestazioni erogate in questi mesi.
Prima di chiedere chi finanzia questa campagna (Soldi pubblici??) mi chiedo come mai, se uno aderisce al fondo, è obbligato a restarci per almeno 3 anni (salvo cambiare le regole dell’accordo istitutivo di sanifonds) e per quanti non hanno aderito la richiesta di adesione arriva ogni dei mesi con obbligo di risposta??
Voglio denunciare come questa operazione è un atto di discriminazione e di vessazione fatta da padroni pubblici e privati in combutta con i sindacati nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici che vogliono solo difendere la sanità pubblica.
Prendo atto che, se De Laurentis ha cambiato idea su un due accordi (artigiani metalmeccanici e sanifonds) e questo è un atto grave, le tre confederazioni hanno cambiato il loro ruolo o, per dirla in inglese, la loro mission di difesa dei lavoratori e questo è ancora più grave del voltafaccia del presidente degli artigiani.
Padroni e sindacati sostengono – puntando sulla gratuità (provvisoria??) – che i fondi sanitari salverebbe il servizio sanitario dalla sua futura insostenibilità, ma senza pudore nascondono che i fondi per il loro funzionamento sono strumenti atti ad indurre disgregazione sociale subordinando l’accesso al servizio sanitario al pagamento di un premio ad una assicurazione privata favorendo la nascita di un doppio standard delle prestazioni sanitarie, creano nuove iniquità reintroducendo, come le vecchie mutue, differenti modalità assistenziali basate sul censo, sull’occupazione, sul ruolo sociale e professionale del paziente e non esclusivamente sulle sue necessità di cura.
Non solo, ma viene falsificato il concetto e la pratica della PREVENZIONE (evitare che si producano malattie e disagi andando alle cause che ti fanno perdere la salute). Ad esempio non essere esposti ad inquinamento ambientale o lavorativo o condurre uno stile di vita sano. Una pratica di prevenzione che i chek-up o gli screening non possono garantire.
Per questo sostengo, come tanti altri, che i fondi cambiano radicalmente anche la natura stessa del sindacato sostituendo la contrattazione sulle condizioni di lavoro, salariali e retributive dei lavoratori con il ruolo di mero gestore di quote salariali che il lavoratore dovrà versare ai fondi per soddisfare la sete di profitto dei nuovi padroni del welfare.
USB continuerà a denunciare e combattere queste forme di privatizzazione in difesa di una sanità pubblica, gratuita ed universale.
Ezio Casagranda – USB Trentino