Trento: contestati Poletti e festival
Oggi abbiamo voluto esprimere anche la nostra solidarietà ai lavoratori francesi che da settimane sono in lotta contro la legge Loi Travail (il nostro jobs act) che oggi rappresentano la punta più avanzata di quel grande movimento che vuole mettere in discussione il dogma dell’austerità europea.
Questa  mattina organizzato da USB Trentino si è svolto un presidio di protesta  davanti al teatro sociale di Trento, in occasione della presenza del  ministro Poletti il quale partecipava ad uno dei tanti incontro dal  titolo “web, robot e fine del lavoro”.
   Se guardiamo alle scelte del governo e del ministro Poletti possiamo  dire che al titolo mancano due parole “ retribuito e dignitoso”. Si  perché con la riforma del jobs act per i neo assunti è finito i lavoro  dignitoso e se guardiamo la riforma della “buona scuola” e quanto  successo all’expo di Milano siamo all’inizio dell’era del lavoro  gratuito (volontario direbbe Poletti & C.).
   Abbiamo voluto contestare un ministro che pur proveniente dal mondo  cooperativo è stato il più fedele interprete delle politiche neo  liberiste europee e delle imposizioni che la Torika. Un esecutore che  non ha esitato a tradire lo spirito cooperativo per applicare le teorie  neoliberista suggerite dalla finanza speculativa e dalle banche. E’  stato il ministro del ” laurearsi a 28 anni non serve a niente” o “il  lavoro fisso è finito” ed ha invitato i giovani  ad aspettare ” l’email  che vi convoca per nuovi lavori”, ecc.
   Poletti è il ministro del lavoro che ha cancellato l’articolo 18, ha  liberalizzato i contratti a termini e l’uso dei vaucher, incentivando  lavoro nero ed evasione contributiva.
   Per questo abbiamo voluto denunciare le politiche di questo governo in  materia di lavoro, di stato sciale, contro le forme di privatizzazioni  dei servizi e dei beni comuni, contro la politica delle grandi opere che  devastano il territorio italiano.
   Politiche che, dopo la riforma delle pensioni ( l’Italia ha la peggiore  riforma delle pensioni a livello europeo) sono proseguite con la  riforma chiamata della “buona scuola” che oltre a aziendalizzare la  scuola mira alla sua privatizzazione o comunque alla subordinazione  dell’insegnamento agli interessi dell’impresa e del grande capitale  creando scuole di “élite” e quindi scuole di seria A e B.
   Non solo ma la riforma della scuola obbliga gli studenti a fare dalle  200 alle 400 ore di stage in azienda a titolo gratuito, legalizzato lo  sfruttamento di manodopera minorile e viene offerta agli studenti  un’immagine distorta e dequalificante del lavoro.
   Per questo abbiamo anche denunciato il festival dell’economia in quanto  più che un momento di dibattito dei maggiori problemi economici del  momento si è sempre più trasformato in una passerella del governo e  della finanza internazionale.
  Non è casuale la presenza di ben 5 ministri e di vari banchieri all’interno di questo festival.
   Un festival che si è ben guardato da organizzare momenti di riflessione  e di approfondimento su come viene utilizzata l’autonomia, sulla  politica provinciale che in questi ultimi anni ha visto, nonostante i  lauti contributi erogati, chiudere aziende come la Whirlpool, la Subaru,  ecc. o licenziare come alla Marangoni di Rovereto, sulla  privatizzazione della sanità, su sanifonds, sulle politiche abitative,  sulle concessioni, sui finanziamenti del Tav e delle grandi opere.
   Oggi abbiamo voluto esprimere anche la nostra solidarietà ai lavoratori  francesi che da settimane sono in lotta contro la legge Loi Travail (il  nostro jobs act) che oggi rappresentano la punta più avanzata di quel  grande movimento che vuole mettere in discussione il dogma  dell’austerità europea.
   Infine durante il presidio abbiamo raccolto firme per i referendum  sociali e Costituzionali come momento di unificazione delle lotte,  coscienti che lotta per i diritti e lotta per la difesa della  Costituzione vanno di pari passo.
   Ricordo che la troika ha chiesto la distruzione dei diritti sul lavoro e  la banca Morgan ha richiesto la distruzione delle Costituzioni  antifasciste:
  Ordini prontamente eseguiti dal governo Renzi.
  Per questo non ci stanchiamo di lottare contro queste nuove forme di autarchia e di nuovo fascismo.
  Ezio Casagranda
USB Trentino
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
 
									 
    
			 
    
			