Verso lo sciopero generale del 10 novembre
Uno sciopero contro l’attacco indiscriminato al mondo del lavoro attraverso il Jobs Act, la precarizzazione del lavoro e dei contratti, contro le politiche di privatizzazione strisciante dei beni comuni, come l’acqua, e delle aziende pubbliche (sanità, trasporti, scuole ecc), contro la legge Formero e l’aumento dell’età pensionabile e contro tutte le politiche che stanno limitando fortemente il diritto di sciopero.
Nei giorni scorsi la Corte dei Conti è intervenuta sul tema delle pensioni con una decisione pesante non solo dal punto di vista economico rispetto ai pensionati ma in particolare dal punto di vista della Costituzione. La decisione pesa come macigno sulla Costituzione in quanto il dritto viene subordinato ai conti dello stato. In sostanza per far crescere l’economia bisogna mandare al macero “il diritto Costituzionale” arrivando a sostenere che la finanza pubblica sarebbe a rischio con un anticipo dell’età pensionistica e perfino bloccando l’aumento in base alle cosiddette speranze di vita.
Venerdì 10 novembre sarà sciopero generale avrà al centro proprio questa politica fatta di tagli allo stato sociale, alla sanità ed alle pensioni mentre si spendono miliardi per salvare le banche e acquistare strumenti di guerra (f35).
Uno sciopero contro l’attacco indiscriminato al mondo del lavoro attraverso il Jobs Act, la precarizzazione del lavoro e dei contratti, contro le politiche di privatizzazione strisciante dei beni comuni, come l’acqua, e delle aziende pubbliche (sanità, trasporti, scuole ecc), contro la legge Formero e l’aumento dell’età pensionabile e contro tutte le politiche che stanno limitando fortemente il diritto di sciopero.
Uno sciopero contro la cosiddetta “buona scuola” per gridare forte il nostro no all’alternanza scuola-lavoro, il no agli stage e tirocini gratuiti, il no, insomma, ad un sistema culturale e formativo che mira a formare lavoratori acritici da inserire in un mondo lavorativo sempre più flessibile, precario e sottopagato.
Quello che stiamo cercando di fare con questo sciopero è di costruire un fronte unitario fra occupati, disoccupati, i Neet (quelli che non lavorano e non studiano), gli studenti, i movimenti che lottano per diritti fondamentali come quello della casa e dell’abitare, per la difesa del territorio contro la speculazione e le gradi opere, per un reddito di dignità e di cittadinanza in quanto uniti da un unico destino: lo sfruttamento capitalistico.
Perché viene sfruttato chi lavora in fabbrica, nei servizi, negli appalti, chi lavora senza un contratto decente e diritti, viene sfruttato chi va a lavorare gratuitamente al Mc Donald’s, viene sfruttato chi lavora in nero, chi non prende stipendi da mesi, chi lavora con un contratto a progetto, chi fa tirocini senza essere retribuito e studia per un futuro lavorativo improbabile.
Uno sciopero importante contro le politiche dell’Europa messe in campo dai vari governi in carica (da Berlusconi a Gentiloni) , uno sciopero che vuole parlare di lavoro dignitoso, di diritti sociali fondamentali, dalla sanità alla scuola, del diritto di avere una pensione dignitosa dopo 40 ani di lavoro, uno sciopero per riportare la lotta nelle piazze contro la repressione, il razzismo la xenofobia ed i rigurgiti fascisti contenuti nel decreto Minniti e nel nuovo protagonismo delle forze di estrema destra, tollerate dalle Istituzioni in spregio della Costituzione.
Uno sciopero per il lavoro, per l’aumento del salario, la riduzione dell’orario di lavoro, per il reddito garantito, per uno stato sociale pubblico ed efficiente e per la difesa della Costituzione uscita dal referendum del 4 dicembre scorso.
A Trento è previsto il presidio davanti alla sede dell’Inps – via delle orfane, 8 – a partire dalle ore 9,30.
USB Trentino