AMR: I lavoratori rispondono a Pallanch
Come lavoratori, proviamo molto disagio nel constatare che, dopo diversi anni di tentativi, un normale confronto tra direzione e lavoratori in un ‘azienda che fornisce un pubblico servizio, viene trasformato dal Presidente in un braccio di ferro politico e forse anche personale.
Comunicato USB lavoro Privato sulle dichiarazioni di Pallanch
Comunicato dei lavoratori di AMR in Usb in risposta alle dichiarazioni del Presidente aziendale Roberto Pallanch pubblicate su l’Adige il 22.11.2015.
   Desideriamo fare chiarezza su quanto dichiarato dal presidente di AMR,  che ci coinvolge direttamente con una serie di imprecisioni (per non  dire menzogne), facilmente smentibili dai dati oggetivi.
  Partendo dalle relazioni sindacali….
   Ricordiamo a Pallanch che è Presidente di una azienda semi pubblica e  che quindi non si può permettere il lusso di avere pregiudiziali  squisitamente politiche che poco hanno a che fare col lavoro e con AMR.  Sarebbe una follia!
   Abbiamo ben capito che la sua “battaglia” è all’interno di equilibri  politici tra maggioranza e minoranze, in una compagine..la sua..che ha  perso la prima poltrona di Rovereto.
  A noi, viceversa, che la conduzione di AMR sia rossa, verde o blu, poco interessa.
   Il disprezzo con cui ha affrontato i lavoratori venerdì scorso, la dice  lunga sul quinquennio Pallanch: si è presentato dopo diverse ore,  semplicemente per dirci che con noi non parla, definendo una  “sceneggiata” ciò che è stata una legittima e comunque educata protesta  di lavoratori che da mesi chiedono un incontro e che sono stati  costretti a farsi decurtare una giornata di lavoro ed a permanere per  ore nell’atrio di un ufficio, con l’unico scopo di potersi confrontare  con la dirigenza.
   Gli ricordiamo che nei tre settori in questione (impianti  sportivi-culturali-parcheggi-cimiteri), siamo numericamente la  maggioranza: nonostante ciò è stato proposto al presidente un incontro  con tutti i lavoratori e tutte le sigle presenti…ma lui ha rifiutato  anche questo. “parlo solo con le sigle sindacali”..intendendo  cgil-cisl-uil
   Abbiamo allora chiesto nel caso i lavoratori non avessero più nessuna  sigla di riferimento…con chi avrebbe parlato…nessuna risposta.
   Comprendiamo che ormai questa classe dirigente politica non è più in  grado di rapportarsi alla propria gente: lo vediamo in vari settori  della società civile.
   La rappresentanza viene stravolta da strumento democratico a strumento  di autoconservazione dei propri privilegi…si tratta con quei pochi  soggetti al vertice escludendo i cittadini da tutte le scelte che li  riguardano. Lo stesso calo di affluenza alle urne, dovrebbe far  riflettere,..ma non vogliamo sperticarci in semplicistiche analisi in  ambiti che non ci competono in questa sede.
  Il punto non sono le sigle…il “focus”, è sul servizio pubblico, sul lavoro e sui lavoratori.
  Comunque..venendo al concreto, desideriamo chiarire le già citate “imprecisioni” che Pallanch ha dichiarato a l’Adige.
  Pallanch:“Anche non lavorando, dunque, i dipendenti percepiscono ugualmente il salario”
   Partendo dal fatto che un salario medio part-time è di ca 630 euro  mensili, ribadiamo che lo stipendio non è ancora garantito in quanto a  tutt’oggi si utilizza la banca ore in negativo decurtando parte dello  stipendio dei lavoratori. Cosa significa “banca ore”: significa che i  lavoratori ai quali è chiesto d’obbligo la prestazione straordinaria,  invece di venir pagati , vengono accumulate le ore lavorate in più che  verranno commutate in recuperi durante i periodi di minor lavoro o di  chiusura degli impianti. Altro che stipendio gratis: carichi e orari di  lavoro assurdi durante l’anno, per potersi garantire uno stipendio  minimo.
  Nello stesso tempo chiediamo: quanto costa alla collettività lo spesso comparto direzionale?
   Questa discutibile gestione della direzione aziendale, ha portato  spesso in questi anni a numerosi problemi organizzativi e salariali a  danno dei lavoratori. Non entriamo neanche nel merito del bilancio di  AMR.
   Pallanch:“abbiamo stabilizzato i precari” Vorremmo rinfrescare la  memoria a Pallanch. AMR si è sorretta per diversi anni sul precariato  puro: lavoratori con contratti a tempo determinato da ottobre ad  aprile/maggio. Questa situazione è solo in parte finita ed ancora nella  passata gestione ed unicamente dopo un procedimento singolo, ma di  contenuto sostanzialmente collettivo, davanti al Giudice del Lavoro di  Rovereto: dopo due udienze AMR ha deciso di conciliare e solo allora ha  regolarizzato la posizione di alcuni dipendenti. Infatti permangono tra  il personale di amr lavoratori del “progettone”, lavoratori a vaucher ed  interinali.
   In ogni caso in questi ultimi 2 anni sono state tagliate decine e  decine di ore, nello stesso momento nel quale si esternalizzava alle  cooperative. L’indicazione verso la privatizzazione..è chiara.
   Pallanch:“Abbiamo concesso il buono pasto”. Partendo dal fatto che i  diritti si riconoscono e non si concedono…è facilmente riscontrabile che  l’istituzione tardiva del buono pasto non è di fatto fruibile  quantomeno per il settore palestre. Per i colleghi del “progettone” ed  altre tipologie contrattuali non è proprio previsto. E stiamo parlando  di lavoratori che svolgono le stesse mansioni con gli stessi orari.
  Sulle difficoltà che a dire di Pallanch, ha creato il Sindaco di Rovereto.
   E’ strano che un semplice istituto democratico (come l’ascolto da parte  del primo cittadino delle problematiche presenti nel suo territorio),  possa mettere in difficoltà Pallanch: ci domandiamo il motivo..  Precisiamo altresì che negli incontri con il Sindaco di Rovereto, non si  è mai parlato di un suo intervento diretto negli orari e cose simili,  ma semplicemente di una discussione collegiale che effettuerà a breve il  Consiglio Comunale, su funzionalità di AMR ed un’eventuale riassetto  complessivo, nella quale probabilmente la giunta indicherà le proprie  proposte.
   Capiamo che questo ginepraio contrattuale e di mansioni, creato ad hoc è  uno strumento ad esclusivo utilizzo dell’azienda senza alcun beneficio  per i lavoratori, per l’utenza e per la collettività. Questo stato di  cose, consente anche di sfruttare a proprio comodo la difficoltà di  comunicare con chiarezza situazione reale, utilizzo dei soldi pubblici  ed obiettivi raggiunti.
   Come lavoratori, proviamo molto disagio nel constatare che, dopo  diversi anni di tentativi, un normale confronto tra direzione e  lavoratori in un ‘azienda che fornisce un pubblico servizio, viene  trasformato dal Presidente in un braccio di ferro politico e forse anche  personale.
   In un momento di difficoltà generale come quello che anche la nostra  provincia sta attraversando, non possiamo far altro che rimanere al  nostro posto, ma garantiamo alla direzione che questa volta siamo  disposti ad andare fino in fondo con tutti gli strumenti democratici e  partecipativi che ancora…forse al presidente sembrerà strano…esistono.
  Per nome e per conto di tutti i lavoratori AMR in USB
Anna Mentesana
  Mauro Masera
  Antonio Meloni
  Matteo Manzana
  Diego Baroncini
  Sergio Cecconi
  Masoudi Amid
  Alljija Ahmdi
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
 
									 
    
			 
    
			