Basta morti sul lavoro
Per questo come Usb facciamo nostre le denunce fatte dei lavoratori sulle terribili condizioni di lavoro presenti in quel reparto. Si lavora ad un a temperatura vicino ai 50 gradi con getti di vapore che arrivano a 160 gradi e con ritmi di lavoro elevatissimi.
Usb Lavoro Privato esprime profondo cordoglio ai familiari di Carmine morto alla Marangoni Spa di Trento durante il suo turno di lavoro.
Una morte bianca, come viene definita, ma in realtà si tratta di una morte causata dalle pessime condizioni di lavoro a cui sono sottoposti i lavoratori della Marangoni dopo l’accordo sindacale del luglio 2014.
Un accordo firmato dalle tre confederazioni che prevede un pesante peggioramento delle loro condizioni di lavoro, la pausa mensa che poteva servire a riprende fiato è stata spostata a fine turno per non rallentare la produzione, i ritmi sono aumentati come è aumentato l’orario di lavoro, sono stati fatti investimenti per aumentare la produttività ma non la sicurezza e la salute dei dipendenti.
Per questo come Usb facciamo nostre le denunce fatte dei lavoratori sulle terribili condizioni di lavoro presenti in quel reparto. Si lavora ad un a temperatura vicino ai 50 gradi con getti di vapore che arrivano a 160 gradi e con ritmi di lavoro elevatissimi.
In questa situazione la proprietà non trova le risorse per investimenti atti a ridurre le alte temperature di quel reparto dove mancano perfino dei normali ventilatori per il ricircolo dell’aria.
Carmine quindi è l’ennesima vittima sacrificata sull’altare del profitto, come la scorsa settimana lo è stato il lavoratore serbo di 39 anni, caduto dall’impalcatura a Rovereto e come lo sono le centinaia morti sul lavoro, oltre 1000 l’anno scorso, una media di tre decessi al giorno !!!
Nel nostro Trentino, ma anche in un paese civile come si definisce lo Stato Italiano, la questione della sicurezza sul lavoro dovrebbe essere nelle priorità dei governi e delle istituzioni e quindi assumere i necessari interventi per fermare questo triste bollettino di guerra.
Purtroppo la strada della prevenzione sarà ancora lunga e si potrà vincere solo se i lavoratori riprenderanno coscienza del loro ruolo diventando protagonisti in fabbrica e nella società per imporre le necessarie politiche di prevenzione.
Ogni volta che questi omicidi bianchi ci toccano da vicino o “bucano” per qualche giorno le prime pagine dei giornali si spendono fiumi di parole, di promesse, di impegni ad intervenire per porre fine o almeno rimedio a questa tragedia nazionale.
Chiacchiere e distintivo! In materia di infortuni sul lavoro, come denuncia Fraccaro dei 5 stelle, il governo Renzi, in perfetta continuità con Berlusconi, in materia di sicurezza vuole salvaguardare gli interessi aziendali anche a fronte di violazioni delle norme di sicurezza sul lavoro calpestando così i diritti fondamentali del proletariato.
Per questo oggi non servono le parole ma scegliere fra difesa del profitto e il benessere sociale. Ognuno deve dire se intende sostenere i profitti delle multinazionali o lottare per avere occupazione, salario, dignità e salute unificando in una sola lotta il diritto ad un lavoro dignitoso, il diritto alla salute con il diritto dei cittadini di non morire avvelenati.
I morti sul lavoro sono una piaga sociale che tutti, a parole, vogliono combattere ma poi nei fatti e con la scusa della crisi continuano ad aumentare lo sfruttamento (JOBS ACT), l’orario, i tempi ed i ritmi di lavoro, tagliano le risorse per gli organi ispettivi, per la prevenzione e per la salubrità ambientale.
Ministri, Confindustria, padroni e governo si stanno comportano come dei veri sciacalli. Vergogna.
USB Trentino