I "Caporali" pubblici del 3° millenio
Che fine hanno fatto i curiosi progetti (costati 100mila euro alla collettività) presentati dalla consulente finanziaria Erns&Young?
Non basta la svendita delle strutture pubbliche ad associazioni private? Ora si vuole anche ufficializzare l’imbarbarimento totale del lavoro per sostenere i pubblici servizi?
Il 10 aprile il Consiglio Comunale di Rovereto ha approvato una delibera dal titolo accattivante “progetto straordinario per il sostegno all’occupazione 2018-2020”. Tale progetto è interamente finanziato da fondi comunali mediante la destinazione di parte dei dividendi di Dolomiti Energia (in totale 1 milione e rotti di euro). Verrebbe da dire…Bravi..ridistribuiscono ricchezza investendo su occupazione e dignità – per lo meno è questo che ci vogliono far credere. Peccato però che, come spesso accade quando si tende a fare mera propaganda per non dire mistificazione, non si dice tutta la verità e non si presentano i progetti per quelli che sono e per gli scopi veri ai quali tendono. Infatti i 264mila euro vanno direttamente nelle casse di AMR (azienda speciale del comune, quindi a capitale pubblico) permettendo così all’amministrazione comunale una perversa speculazione. Vale a dire: si sottopaga la forza lavoro con 6,39 euro lordi circa (comprensivi di 13^ma,14^ma e TFR) quindi con poco più di 3 euro lordi l’ora rispetto a quanto si pagherebbero i messi comunali o i lavoratori stabili che già sono in ogni caso assunti con i peggio contratti nazionali privati (multi-servizi). Alla faccia del “sostegno” e di come l’Istituzione dovrebbe garantire Dignità (art 36 della Costituzione) e non povertà!! Per essere più espliciti, consideriamo che (secondo il portale ISTAT) la soglia di povertà assoluta di un soggetto single (quindi senza familiari a carico) nel 2016 al Nord – in un comune con una popolazione minore di 50000 abitanti come Rovereto – è di 733,09 euro mensili. In più questi lavoratori super-precari verranno assunti per sopperire alla evidente carenza di organico stabile che sarebbe necessaria per l’espletamento degli attuali servizi assegnati ad Amr, nonché di quelli possibili in progetto. Altro punto lampante è che l’amm.ne com.le sa perfettamente di mettere Amr in netto contrasto con la legge 78 del 20 maggio 2014 in materia di precariato, infatti ancor prima che la discussione arrivasse in consiglio, la direzione Amr in data 30/03/2018 – ben 12 giorni prima della presentazione della “bozza” datata 04/04/2018 – ha chiesto a CGIL, UIL e USB di incontrarsi in data 16/04/2018 per discutere una proposta sindacale per poter sforare la soglia del 20% degli “sfruttati”/precari come li chiamiamo noi. Curioso che già dessero per scontato allora che la delibera sarebbe stata approvata. Questo accordo (se sottoscritto) permetterebbe ad Amr di non ricevere sanzioni pecuniarie per l’abuso di precariato, ma in ogni caso verranno messe in conto con tutta tranquillità, dato che le sanzioni all’inosservanza sono economicamente convenienti ed Amr pagherà le eventuali multe comminate come ha sempre preferito fare (non ultime le spese di avvocatura per il riconoscimento delle qualifiche dei lavoratori, negate da tempo, ottenute con apposita conciliazione innanzi alla magistratura) ….tanto i soldi sono pubblici e le responsabilità, come ama dichiarare il presidente AMR Galli, dei lavoratori pretestuosi o del manipolo operaio, come ama definirci il caro Bortot, oppure degli irrispettosi lavoratori della pace sociale come vorrebbe definirci Valduga (Sigh!). Ma c’è un altro aspetto interessante. E’ già da tempo che la direzione Amr evidentemente sotto dettatura dell’attuale amministrazione comunale cerca di capire come prendere direttamente in carico i fondi destinati alle cooperative sociali ed anche il controllo e l’utilizzo diretto dei soggetti interessati; teniamo conto però che la natura di AMR non è cooperativistica privata ma semi pubblica e NON EQUIPARABILE AD UNA COOPERATIVA come qualcuno potrebbe alludere. In Amr si è iniziato con l’utilizzo del cosiddetto “progettone”, si è poi passati a progetti straordinari come il “progettino” a firma dell’assessorato Previdi, ora a differenza degli altri anni si prende in carico direttamente i soggetti componenti area 19, facendo un proprio progetto comunale. Teniamo presente che in tutto questo periodo si sono in parallelo anche ampiamente utilizzati i voucher (non più in essere), le agenzie interinali, ora i cosiddetti intermittenti (ex voucher) e naturalmente i subappalti alla coop Alisei. A questo si aggiunga, per esperienza maturata negli scorsi anni, che questi lavoratori devono sostanzialmente essere sempre disponibili, gli orari sono incerti e le mansioni anche: non di rado sono stati utilizzati anche per mansioni ordinarie coprendo o sostituendo lavoratori così detti “interni”.
Togliendo il grande comparto ben pagato di Direzione/Presidenza/Cda/Commissione Etica/uffici…quanti sono esattamente i dipendenti “fissi” ?
Ma…scusate…esattamente dov’è il sostegno all’occupazione se si vuol oltrepassare la soglia di legge del 20% di precariato?
La dignità umana non deriva dal solo crudo lavoro (“ringrazia che i tà cavà da ‘na strada” amavano dire i nostri “vecchi”) ma la sicurezza di ottenere un reddito ed una vita dignitosa e non al limite della povertà assoluta.
Significa sfruttamento di mano d’opera a bassissimo costo, un nuovo sistema di agenzia interinale, una speculazione delle risorse pubbliche, una perdita di dignità e sicurezza e quindi un’ulteriore beffa per chi è già in difficoltà economica/sociale e dubitiamo fortemente che vengano “risparmiati” per il pubblico anzi non sia mai che qualche soldino servisse per premiare i fautori dell’operazione, come spesso avviene nel privato (premi produttività-a progetto). Categorie intere di lavoratori che cadono sotto queste mistificazioni.
E’ questa “AMR punto 2” che la politica roveretana propone ai suoi cittadini?
Che fine hanno fatto i curiosi progetti (costati 100mila euro alla collettività) presentati dalla consulente finanziaria Erns&Young?
Non basta la svendita delle strutture pubbliche ad associazioni private? Ora si vuole anche ufficializzare l’imbarbarimento totale del lavoro per sostenere i pubblici servizi?
Onestamente noi abbiamo ben altro concetto di “lavoro”: Lavoro inteso come garanzia di uguaglianza e di Libertà, e Libertà intesa come possibilità di realizzarsi.
Secondo la “civiltà” della finanza a cui soggiace la politica esiste solo lo sfruttamento delle da loro considerate “vite da scarto” e non “sostegno all’occupazione” che viceversa dovrebbe permettere un salario minimo europeo e un welfare universale, garantito e accessibile.
Nel nostro caso una Amr che occupi appieno i propri dipendenti , che inglobi stabilmente i lavoratori precari (“progettini” compresi) che da anni vivono in Amr con contratti anche settimanali attraverso il consolidamento dei servizi che già offre, l’acquisizione di nuovi, allargando ulteriormente l’occupazione attuale. Questa dovrebbe essere una azienda pubblica degna di questo nome.
Allora sì, si potrebbe parlare di sicurezza, qualità e competitività dell’offerta dei servizi alla cittadinanza o…come piace tanto ai nostri assessori…di “eccellenza”.
In questi anni abbiamo visto passare tanti giovani che non riescono a costruirsi un futuro perchè non gli vien data la possibilità di farlo, ma anche diversi meno giovani che sono stati espulsi dal mondo del lavoro e che sono costretti a perdere la propria professionalità e dignità, accettando qualunque situazione. E naturalmente tutto questo ha di fatto fortemente peggiorato sia la condizione dei lavoratori stabili, sia la qualità del servizio offerto.
Se ci fosse davvero volontà di sostegno, Amr avrebbe le carte in regola per dare una reale risposta; ma è molto più conveniente tenere “schiavi” senza di fatto alcun diritto, ricattabili e sempre disponibili.
Come ormai da tre anni continuiamo a ribadire con iniziative, incontri ed anche scioperi, noi contrasteremo con tutte le nostre forze questa politica disastrosa e ci auguriamo che anche le altre sigle sindacali coinvolte abbiano la decenza se non il coraggio, almeno su questo, di fare altrettanto.
Ognuno in ogni caso ne risponderà: chi ai cittadini ed all’elettorato, chi ai lavoratori e chi ad un giudice del lavoro.
Non saremo mai strumento di “guerra tra poveri”, dove il conflitto sociale si pilota tra le fasce più deboli a beneficio del mantenimento degli interessi e dei privilegi della classe dominante, sia essa pubblica o privata; politica o industriale.
Noi siamo e saremo sempre dalla parte della collettività e dei lavoratori; di tutti i lavoratori: dei giovani, dei meno giovani e dei disoccupati.
Le lavoratrici e i lavoratori AMR e USB Lavoro Privato