Orvea: USB non riconosce questo referendum
Viene definita strategica la discriminazione salariale nei confronti dei giovani e dei nuovi assunti e questo per noi è, e rimane, inaccettabile. (Noi rivendichiamo parità di lavoro a parità di salario).
I dati – pubblicati dalla stampa – dell’adesione dei lavoratori Orvea al referendum organizzato dai confederali confermano la giustezza delle posizioni di Usb che da subito ha dichiarato di non riconoscerne il risultato in quanto viziato dalle indebite ingerenze aziendali e quindi non è stato un voto libero e convinto.
Non entriamo nel merito dei contenuti sbandierati dai confederali come le maggiorazioni delle festività (passate dal’80% al 70% e per i giovai al 30% e dopo dal dopo 4 anni al 50%), sul salario tutto aleatorio e con obiettivi da definire, poco controllabili e quindi a totale discrezione aziendale, ecc.. ma su alcuni aspetti riguardanti la partecipazione al voto che meritano qualche riflessione e suscitano una domanda.
La riflessione riguarda questa inaspettata “conversione sulla via di Damasco” di centinaia lavoratori Orvea che inspiegabilmente si precipitano a votare un contratto che non hanno mai discusso e quindi non conoscono???
La perplessità aumenta se prendiamo a riferimento le assemblee cosiddette “di mandato” della scorsa settimana dove la partecipazione dei lavoratori non ha superato complessivamente i 50/60 partecipanti ed ora, dopo la firma, ne partecipano 225??
La risposta va ricercata nella cruda realtà presente in Orvea fatta da ingerenze, pressioni ed i ricatti messi in atto dai vari ispettori e responsabili aziendali per indurre i lavoratori a recarsi al voto.
Se questo è vero come è vero la domanda da porsi è: chi rappresenta questi lavoratori e queste lavoratrici Orvea??
Le tre confederazioni che con fare servile si sono precipitati a firmare l’editto POLI o i vari ispettori di zona artefici dell’improvvisa “passione sindacale” del personale Orvea??
Risposta difficile quanto il ruolo di supporter dei direttori diventa fondamentale..
Usb continuerà a rappresentare e dare voce a quanti non intendono piegare la testa o adeguarsi al meno peggio scaricando sui giovani i costi del salvataggio Orvea.
Per questo USB NON ha sottoscritto e non sottoscriverà questo contratto che cancella importanti conquiste normative riguardanti i “tempi di vita” (aspettativa, normative per l’assistenza famigliare, per i figli, ecc) ma anche conquiste fondamentali come il limite al trasferimento coatto, l’indennità di trasferta, le pause, l’aspettativa non retribuita, le norme sul tempo parziale, e sui criteri di erogazione del salario.
Perchè diritti fondamentali come assistere il figlio e/o ammalarsi vengono trasformati in divieti e quindi sanzionati sul piano salariale, peggiora il trattamento in materia di maggiorazioni per il lavoro domenicale, festivo, in materia di ferie, e orario di lavoro.
Viene definita strategica la discriminazione salariale nei confronti dei giovani e dei nuovi assunti e questo per noi è, e rimane, inaccettabile. (Noi rivendichiamo parità di lavoro a parità di salario).
Questo alla faccia delle iniziative di Cgil, Cisl e Uil come quella di Sanbapolis verso i giovani: Altro che lavoro e sostegno ai giovani. Questi firmano accordi capestro dove i giovani possono essere discriminati sul salario e sulle condizioni di lavoro.
Quanto si dice la coerenza…..
USB Lavoro Privato