Presidio in provincia per cambiare l'accordo del progettone

Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di farsi parte attiva affinché venga redatto un vero bilancio del progettone in quanto il lavoro dei oltre 1600 dipendenti va valorizzato; abbiamo denunciato che questi lavoratori non sono “fancazzisti” come gli ha descritti qualche sindacalista e nemmeno dei lavoratori assistiti come sono definiti da qualche cooperativa o qualche assessore;

Trento -

Pienamente riuscito il presidio in Provincia. La lotta non si ferma.
Oggi, una cinquantina di lavoratori e lavoratrici del progettone hanno presidiato la provincia di occasione del Consiglio provinciale per ribadire la loro contrarietà ad un accordo firmato il 18 maggio scorso che taglia i loro già miseri salari e li penalizza sulla futura pensione.

Il presidio, organizzato dai lavoratori del Progettone e da USB a cui ha aderito anche il sindacato SBM, aveva lo scopo di sensibilizzare i consiglieri e la Giunta provinciale sulle ragioni del nostro dissenso verso un contratto fortemente penalizzante per i lavoratori.
Un’iniziativa pacifica dove sono stati distribuiti dei volantini sia ai consiglieri che ai cittadini e vista l’assenza del presidente Ugo Rossi abbiamo incontrato – su richiesta dei lavoratori e lavoratrici – il Presidente del Consiglio Dorigatti.
Nell’incontro la delegazione dei lavoratori/trici ha fatto presente a Dorigatti i motivi della protesta, ritenendo penalizzante l’accordo anche sulla futura pensione.
Abbiamo chiesto al presidente del Consiglio di farsi parte attiva affinché venga redatto un vero bilancio del progettone in quanto il lavoro dei oltre 1600 dipendenti va valorizzato; abbiamo denunciato che questi lavoratori non sono “fancazzisti” come gli ha descritti qualche sindacalista e nemmeno dei lavoratori assistiti come sono definiti da qualche cooperativa o qualche assessore;
E’ stato ribadito che il loro lavoro, nei crm, nelle biblioteche, nelle case di riposo, nei musei, ecc è un lavoro normale che si interfaccia con i dipendenti normali ma con una retribuzione inferiore;
Abbiamo chiesto di utilizzare parte degli introiti della nuova tassa di soggiorno per finanziare il progettone. Questo a nostro avviso permetterebbe di dare risposte a tutti i lavoratori licenziati che attendono di entrare nel progettone e non solo ad 80 di essi.
Dorigatti si è impegnato a portare le nostre istanze al presidente Rossi dal quale ci aspettiamo una risposta positiva alla nostra richiesta d’incontro avanzata a metà giugno.
Infine su suggerimento di alcuni consiglieri sarà richiesto un incontro con la seconda Commissione legislativa del Consiglio provinciale alla quale saranno sottoposte le nostre ragioni e la richiesta di riaprire il tavolo negoziale con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.
Quella di oggi è stata un’iniziativa importante che ha mantenuto il fiato sul collo a quanti pensavano che, passato il omento emotivo, il tutto sarebbe andato a scemare.
Oggi i lavoratori e le lavoratrici del progettone hanno rilanciato la campagna di raccolta firme per chiedere un referendum dimostrando una tenacia e determinazione nel loro agire e che nessuno può sottovalutare.
Oggi è stata una grande giornata di testimonianza e di lotta e quindi un grazie a tutti/e quanti/e.
P USB lavoro privato
Ezio Casagranda