Sanifonds: NO Grazie
I fondi cambiano anche gli obiettivi di base della contrattazione collettiva, sostituendo gli interessi e le esigenze di lavoratori e lavoratrici con gli interessi delle compagnie assicurative che erogano pezzi sempre più importanti di welfare.
Noi vogliamo una sanità pubblica, universale ed efficiente
E’ partita in questi giorni la campagna propagandistica per convincere lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego ad aderire al fondo sanitario integrativo Sanifonds.
Una campagna spesso mistificatoria e fatta di mezze verità ma che comunque nasconde il vero obiettivo di questa scelta: AVVIARE UN PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DELLA SANITÀ falsificando lo stesso concetto di PREVENZIONE in ambito sanitario.
Infatti, prevenzione significa, non mero aumento di esami e screening diagnostici, ma intervenire per rimuovere le cause che provocano malattie dovute, per esempio, all’esposizione a inquinamento ambientale o in ambiente lavorativo.
Per questo come Usb chiediamo:
A chi servono i fondi sanitari integrativi? A chi giovano?
I sostenitori dei fondi dicono che questi salverebbero il servizio sanitario dalla sua futura insostenibilità. Ma questa affermazione NON corrisponde al vero, in quanto il proliferare dei fondi aumenterebbe i costi della burocrazia, spostando risorse dall’assistenza alla compilazione di moduli, richieste di rimborso ecc.
I fondi inoltre cambiano le fondamenta del nostro sistema sanitario creando nuove iniquità, reintroducendo, come le vecchie mutue, differenti modalità assistenziali basate sul censo, sull’occupazione, sul ruolo sociale e professionale del paziente e non esclusivamente sulle sue necessità di cura.
I fondi, per le loro modalità di funzionamento, sono strumenti atti ad indurre disgregazione sociale perché subordinano l’accesso al servizio sanitario, che dovrebbe essere garantito come diritto universale di cittadinanza, al pagamento di un premio ad una assicurazione privata, favorendo pertanto la nascita di un doppio standard di prestazioni sanitarie.
A chi giovano? Senza ombra di dubbio ai fondi pensione in quanto incrementano il consumo sanitario che diventa per loro principalmente una fonte di profitto.
I fondi cambiano anche gli obiettivi di base della contrattazione collettiva, sostituendo gli interessi e le esigenze di lavoratori e lavoratrici con gli interessi delle compagnie assicurative che erogano pezzi sempre più importanti di welfare.
La contrattazione sul lavoro sta sostituendo i suoi contenuti tipici relativi alle condizioni di lavoro, salariali e retributive dei lavoratori con l’adesione a un’assicurazione sanitaria integrativa (e/o ad altre forme di cd Welfare), modificando così il ruolo del sindacato che diventa mero erogatore/gestore di quote salariali che il lavoratore dovrà versare ai fondi per soddisfare la sete di profitto dei nuovi padroni del welfare.
Viene meno pertanto il legame fra prestazione lavorativa e salario, fra professionalità e retribuzione; i diritti del lavoratore sono trasferiti all’esterno dell’azienda creando una preoccupante frattura fra gli inclusi (chi lavora) e gli esclusi, i disoccupati, i pensionati ed i precari con un conseguente smantellamento dello stato sociale.
Per questi motivi invitiamo i lavoratori a NON ADERIRE al fondo sanitario integrativo Sanifonds inviando il modulo allegato con il quale si richiede anche che la quota stanziata dalla provincia per i dipendenti che non aderiscono al fondo sia versata in busta paga.
USB Pubblico Impiego – Trentino / Alto Adige
Volantino da stampare
Modello per NON adesione a Sanifonds