Trento: verso la privatizzazione della sanità
Quindi come USB non possiamo condividere questa filosofia insita nelle politiche dei fondi in quanto la società che questo prefigura è una società fortemente diseguale dove accanto alle cliniche di lusso sorgeranno i nuovi lazzaretti riservati alla maggioranza del popolo.
E’ di qualche giorno fa la notizia pubblicata sulla stampa locale che sindacati complici e Provincia hanno raggiunto un accordo per il finanziamento di Sanifonds, il fondo sanitario integrativo territoriale definito “erroneamente” il nuovo pilastro del welfare provinciale.
Ora sarebbe facile polemizzare sul fatto che mentre la giunta con la mano destra impone un aumento dei ticket sanitari, per recuperare 2 milioni di euro e non impugna il decreto Lorenzin che cancella oltre 200 esami diagnostici, con la mano sinistra spende 5 milioni per finanziare il sanifonds provinciale.
Non sarebbe stato meglio cancellate i ticket ed investire quei soldi per mantenere aperti gli ospedali periferici?
Ricordo che ci hanno raccontato che la pensione integrativa era il secondo pilastro della previdenza e a distanza di 10 anni l’età pensionabile è salita a 67 anni (la più alta d’Europa) mentre il valore delle pensioni si è pesantemente nonostante che il lavoratore, fra Tfr e versamenti mensili, versa un ulteriore 10% del proprio salario.
Come Federmeccanica anche la PAT le risorse le utilizza non per il salario ma per finanziare il “nuovo welfare”. Non è casuale che per il contratto offra 117 euro annui (9 euro lori mese) e per il Sanifonds 128 euro annui.
Ovvero i soldi ci sono solo per finanziare quegli istituti che permettono agli imprenditori sia di fare ulteriori profitti che evadere legalmente il fisco mentre per il lavoratore, come se fosse al supermercato, avrà solo il diritto a sconti ed agevolazioni sulle spese sanitarie che da pubbliche stanno diventando sempre più private e a pagamento.
Oppure versare contributi ad una pensione privata che a lui renderà poco e meno di quanto non facesse prima la pensione pubblica ma a chi investe i suoi soldi renderà moltissimo.
Quindi mentre si opera per privatizzare pezzi di stato sociale i sindacati complici rivendicano dalle controparti pubbliche e private risorse non per aumentare i salari me per finanziare fondi pensioni e fondi sanitari dove si moltiplicano consigli di amministrazioni e poltrone.
Quello che si vuole costruire non è un nuovo pilastro del welfare ma un welfare privatizzato ed escludente.
Privatizzato perché renderà ancora più drammatica la perdita del lavoro in quanto con il lavoro perderai anche il diritto all’assistenza sanitaria pubblica e gratuita.
Escludente perché i giovani disoccupati, gli scoraggiati, studenti, casalinghe, e pensionati saranno esclusi da questi “benefici” e quindi costretti a pagarsi profumatamente la sanità e le cure mediche.
Quindi quello che si prospetta è una sanità di classe dove i ricchi e chi lavora potranno accedere al meglio della sanità mentre per gli altri, i poveri, i pensionati e gli esclusi dal modo del lavoro si riserva un trattamento di mera sanità caritatevole appaltata alle varie associazioni cattoliche ed alle cooperative del terzo settore.
Quindi come USB non possiamo condividere questa filosofia insita nelle politiche dei fondi in quanto la società che questo prefigura è una società fortemente diseguale dove accanto alle cliniche di lusso sorgeranno i nuovi lazzaretti riservati alla maggioranza del popolo.
Noi, nel nostro piccolo vogliamo denunciare e combattere l’imbroglio che si cela dietro “nuovo welfare“ che, poco ha di nuovo e molto di ottocentesco.
Usb Trentinono