Jobs Act: atto secondo
Fino ad oggi il lavoragore poteva intervenire sui ritmi di lavoro, sugli orari, rifiutarsi di fare lavoro straordinario, lottare per i diritti civili e sociali, dal 1 marzo per i nuovi assunti non sarà più così. Con le nuove norme il lavoratore che protesta e si organizza può essere mandato a casa con un costo irrisorio.
IL 28 FEBBRAIO TUTTI E TUTTE A MILANO PER DIRE NO A PRECARIATO E LAVORO GRATUITO
  Se il 14 febbraio 1984 giorno del taglio della scala mobile, è  ricordato com il griono in cui ha preso il via il pesante attacco al  salario dei lavoratori culminato con il “lavoro gratuito concordato da  Cgil Cisl e Uil al'Expo di Milano, il 20 febbraio 2015 sarà ricordato  dai lavoratori come la data in cui la più grande conquista sociale del  dopoguerra (l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori) che vietando i  licenziamenti illegittimi permetteva ai lavoratori di mantenere la  propria dignità, il diritto ad organizzarsi e quindi contrastare le  angherie ed i soprusi messi in campo dalle aziende.
  Fino ad oggi il lavoragore poteva intervenire sui ritmi di lavoro,  sugli orari, rifiutarsi di fare lavoro straordinario, lottare per i  diritti civili e sociali, dal 1 marzo per i nuovi assunti non sarà più  così. Con le nuove norme il lavoratore che protesta e si organizza può  essere mandato a casa con un costo irrisorio. Infatti questo  provvedimento trasforma i diritti in merce stabilendo un prezzo  crescente in base all'anzianità aziendale.
  Con le norme varate dal governo i nuovi assunti vengono consegnati mani  e piedi legati ai loro padroni e quindi le libertà personali e  sindacali sul posto di lavoro saranno sostituite dai comportamenti  ruffianeschi di accondiscendenza al capo. Con la possibilità unilaterale  dell'azienda di demansionamento dei lavoratori saranno aboliti anche i  diritti minimi presenti in azienda e nello stesso tempo per chi lavora  sarà più difficile contrastare situazioni di mobbing sempre più presenti  nelle aziende.
  Renzi mente sapendo di mentire quando sostiene che questo rilancerà  l'occupazione. Infatti si continua a sostenere, anche da parte dei  grandi mass media, che siano stati i diritti dei lavoratori a mandare  l’Italia in declino dimenticando volutamente che con lo Statuto dei  lavoratori l'Italia è diventata la quinta potenza industriale a livello  mondiale.
  Il declino è iniziato con l'attacco ai salari, ai contratti nazionali,  allo Statuto dei lavoratori, a tutta la legislazione in materia di  lavoro. Infatti in questi anni l’occupazione è drasticamente diminuita,  l’insicurezza sui posti di lavoro ha continuato a mietere vittime, la  povertà ha investito anche i ceti medi mentre sono aumentati i profitti  delle imprese mentre corruzione e speculazione la fanno da padrone.
  Renzi, che oggi esulta e sbandiera l’obiettivo di ridurre drasticamente  le tipologie dei contratti precari. Ma dal decreto le tipologie  contrattuali da 47 sono diventate 45. Abolita solo l’associazione in  partecipazione e il job sharing, con meno di 300 contratti attivati in  questi anni. Sai che sollievo per i precari!
  Poiché tutto questo non bastava a soddisfare le brame dei nostri  capitalisti, ecco anche il lavoro gratuito all’EXPO. Confindustria e i  vari “imprenditori” possono così speculare sulla fame di lavoro e di  reddito dei giovani mentre esportano i loro capitali in Svizzera o in  qualcuno dei tanti paradisi off shore”.
  Poco credibili appaiono poi le grida di opposizione di CGIL CISL UIL  che hanno concesso tutto ai governi passati, e per la verità anche a  questo, lasciando soli i lavoratori di fronte ai padroni.
  Contro queste nuove forme di schiavitù che vanno delineandosi per i  lavoratori del terzo millennio USB organizza una grande manifestazione  nazionale per sabato 28 febbraio a Milano per dire un No ancora più  forte al jobs act, alla grande mistificazione dell’EXPO e all’idea di  lavoro gratuito e sfruttamento che porta con sé.
  Chi vuole veramente combattere, e non solo a parole, le nuove norme sul  lavoro e di regressione dei diritti sociali e collettivi e individuali,  contro le privatizzazioni dei beni comuni e la ridzione dello Stato  sociale ha una grande opportunità. Quella di essere in piazza a Milano  per dire che noi non ci stancheremmo di lottare per la dignità nel  lavoro e del lavoro contro le speculazioni finanziarie e contro le  politiche di austerità.
  Sabato sarà anche l'occasione per essere - in modo concreto - solidali  con la battaglia del popolo greco contrastando anche in Italia le scelte  dettate dalla Troika.
 Ezio Casagranda - USB Trentino
 
							     
    
			 
							 
							 
							 
        						 
				 
 
									 
    
			 
    
			