Sait Trento: Nessun lavoratore deve essere licenziato
Per USB la posizione deve essere chiara e responsabile: Non si vota sotto ricatto. Come non si chiamano i lavoratori a decidere in poco tempo (un’ora) quando si è perso tempo prezioso ad inseguire le giravolte di Olivi che dalla dichiarazione: “nessun lavoratore deve esser licenziato” oggi sembra essersi dileguato.
Ieri il Sait ha scoperto le carte e ha dimostrato tutta l’arroganza di un complesso commerciale che punta solo al profitto come qualsiasi altro padrone assumendo la filosofia di Marchione come unico credo da seguire: Il profitto.
Una scelta che sotterra in modo definitivo, lo spirito cooperativo che dovrebbe essere alla base dell’agire di una cooperativa e che conferma una scelta finalizzata solo a RIDURRE i COSTI ma non gli SPRECHI i quali rimangono pressoché invariati.
La proposta che Sait ha calata sul tavolo contrattuale – licenziamenti o cassa integrazione – è arrogante nella sua esposizione e sprezzante nei suoi contenuti. Infatti “concedere” il ricorso alla cassa integrazione per un anno si chiama ricatto e come tale va respinto chiamando i lavoratori alla lotta ed alla mobilitazione generale del comparto.
Come USB abbiamo più volte denunciato, purtroppo inascoltati, che fare melina e affidarsi alla politica non portava a nessun risultato e questo perché – da sempre, il CONTRATTO di SOLIDARIETA’ va CONQUISTATO non ELEMOSINATO come hanno fatto le tre confederazioni in questo mesi.
Una melina condita da qualche sciopero (senza peraltro bloccare il lavoro straordinario) permettendo così all’azienda di annullarne l’effetto dimostrando così una sostanziale arrendevolezza puntando alla sola riduzione del danno senza accorgersi di agevolare la scelta aziendale che ieri si è materializzata al tavolo della trattativa.
Non penso di essere tanto lontano dalla verità se mi sorge il dubbio che l’iniziativa delle tre confederazioni non era tanto finalizzate alla conquista del contratto di solidarietà, ma rendere “dignitoso il cedimento” alla CASSA INTEGRAZIONE STRAORDINARIA che, come tutti sanno, sarà l’anticamera dei LICENZIAMENTI in quanto serve solo a diluire nel tempo il calice amaro.
Domani ci saranno le assemblee dove i lavoratori dovrebbero decidere fra licenziamento o cassa integrazione. Posta così la questione più che un atto democratico e di trasparenza mi sembra un maldestro tentativo di scaricare sui lavoratori responsabilità del sindacato il quale si è ben guardato di mettere in campo iniziative di lotta all’altezza dello scontro per la conquista del contratto di solidarietà e quindi evitare i licenziamento.
Per USB la posizione deve essere chiara e responsabile: Non si vota sotto ricatto. Come non si chiamano i lavoratori a decidere in poco tempo (un’ora) quando si è perso tempo prezioso ad inseguire le giravolte di Olivi che dalla dichiarazione: “nessun lavoratore deve esser licenziato” oggi sembra essersi dileguato.
Come USB impossibilitati ad essere presenti in assemblea, perché esclusi da azienda e sindacati confederali, abbiamo distribuito un volantino informativo invitando i lavoratori a non cadere nella trappola voluta da Picciarelli e dalla Direzione Sait che vogliono usare la cassa integrazione solo per dilazionare nel tempo i 130 licenziamenti per sostituirli con altri lavoratori meno pagati e più ricattabili.
Questa è macelleria sociale va respinta lanciando una mobilitazione generale coinvolgendo il settore e tutta la cooperazione, dalla federazione alle singole cooperative .
I ricatti non vanno sottoposti a votazione ma vanno respinti con la lotta.
USB Lavoro Privato